Il futuro dei Balcani

by Editore | 12 Giugno 2011 6:13

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La seconda ragione è che contribuisce alla speranza concreta di una pace durevole nei Balcani. Nelle ore successive alla cattura di Mladic, i media hanno puntato i riflettori sul fatto che ha avuto luogo lo stesso giorno in cui avrei incontrato il presidente Tadic. Sono stata informata nel frattempo dei dettagli della cattura e sono certa che si è trattato di pura coincidenza. Tuttavia, non è una coincidenza il nesso tra l’auspicio di Tadic di portare la Serbia nell’Unione europea e la sua determinazione a rimuovere la macchia del comportamento dei dirigenti serbi negli anni Novanta. È fermamente intenzionato a seguire il flusso della democrazia che ha sostituito le tirannie comuniste, nazionaliste e fasciste ovunque nel resto dell’Europa.
Il mio compito è di aiutarlo a fare proprio questo come anche di aiutare coloro che hanno la stessa ambizione. Con la Croazia, con cui dovremmo concludere i negoziati quest’anno, e con la Serbia, con cui dovremmo avviarli l’anno prossimo, presumibilmente parallelamente al Montenegro, assistiamo ad un impulso crescente. Otto anni fa, a Salonicco, la Ue aveva convenuto di accogliere tutti i paesi della regione nell’Unione a condizione che rispettassero i suoi criteri.
Non abbiamo mai pensato che il processo sarebbe stato rapido o facile. Le ferite della storia hanno bisogno di tempo per guarire. Rimane molto da fare in tutta la regione, ma la speranza di aderire alla Ue e di condividerne gli ideali e la prosperità  sono un potente incentivo a risolvere vecchie controversie. In tutti i casi muoviamo dagli insegnamenti tratti dagli ultimi due decenni. Siamo intervenuti troppo tardi in Bosnia-Erzegovina, ma quando alla fine lo abbiamo fatto, comandanti militari quali Rupert Smith e diplomatici quali Richard Holbrooke si sono avvalsi del potere della comunità  internazionale per far cessare i combattimenti.
Molto rimane da fare. Noi non concediamo, e non dobbiamo concedere, con facilità  l’adesione alla Ue. Chiediamo piena democrazia, un’economia aperta, un’amministrazione imparziale della giustizia e la fine della corruzione. La pressione che esercitiamo e l’assistenza pratica che offriamo contribuiscono già  al cambiamento.Secondo Aristotele lo Stato è un’entità  etica. La sua trasformazione richiede una leadership morale. Vi è la reale speranza che, con l’adesione all’UE come premio, una siffatta leadership cominci a diffondersi nei Balcani. La nostra sfida, non facile, è renderla duratura.

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