La scelta di Gianna “Dico no all’atomo le alternative esistono”

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ROMA – Ieri sera era sul palco in concerto a Genova, penultima data delle ventidue in programma del suo tour “Io e te”, ma poco prima dell’inizio, Gianna Nannini ha voluto dire la sua sui referendum del 12 e 13 giugno. La rockstar italiana, da sempre attenta ai temi ambientali, sollecita attenzione in particolare sui due quesiti sull’acqua e sul nucleare. Proprio contro il nucleare lei stessa nel 1994, accanto a Greenpeace, si arrampicò su un balcone di Palazzo Farnese a Roma, sede dell’ambasciata francese, e improvvisò un concerto di protesta contro la decisione del governo transalpino di riprendere gli esperimenti nucleari nell’atollo di Mururoa.
È contenta di questi referedum?
«È dalla metà  degli anni Novanta che sono sensibile in modo attivo, concreto alle problematiche ambientali. Mi sono sempre impegnata in prima persona contro gli attacchi al pianeta e ai beni naturali comuni. Certo, penso che questi referendum siano un appuntamento importante e tutti dovrebbero sentire il dovere di esprimersi su temi tanto importanti per tutti noi».
Partiamo dal referendum sull’acqua.
«L’acqua è un bene naturale comune. Un bene comune non è cedibile da nessuno in favore di nessuno: tutti noi abbiamo diritto ad averne accesso. È semplicemente folle, ingiusto e soprattutto pericoloso pensare ad una sua privatizzazione».
La battaglia sul nucleare l’ha sempre vista in prima linea.
«Quando manifestai in piazza Farnese a Roma, l’informazione in Italia era ancora scarsissima, si sapeva poco dei danni che quella sperimentazione avrebbe provocato. La prima battaglia è dunque essere informati. E tutti, senza delegarlo a nessuno, dobbiamo informare chi ne sa meno di noi. Soprattutto credo che sia finito il tempo in cui siamo stati obbligati a vivere di ricatti politici. La nostra salute non si delega ai governi».
Il petrolio è in via di esaurimento, il nucleare no… E allora?
«Le energie pulite esistono. In Germania, dove si sono decisi a dismettere il programma nucleare, sono una realtà . E oltre alla Germania, c’è l’Islanda che utilizza le proprie risorse energetiche senza creare inquinamento. Le alternative sono possibili, basta impegnarsi a svilupparle».

 


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