Libia, accordo Italia-ribelli sul rientro dei clandestini. A Roma concilio delle tribù

by Editore | 17 Giugno 2011 8:24

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Silvio Berlusconi ha incaricato il ministro degli Esteri Franco Frattini di firmare oggi con il Consiglio transitorio dei ribelli anti Gheddafi un accordo il cui scopo, secondo la definizione del presidente del Consiglio, è «poter riportare in Libia i migranti che sono voluti venire in Italia» . L’annuncio è stato dato nel giorno scelto dal governo per varare un decreto legge che aumenta dai sei mesi previsti finora a un anno e mezzo la durata del possibile trattenimento di immigrati clandestini nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie), ripristinando inoltre le espulsioni dirette contestate dalla Corte di giustizia europea. Dettate dall’esigenza di ridurre la scomodità  provata dalla Lega nel continuare ad appoggiare il governo dopo le sconfitte elettorali, queste misure hanno soddisfatto il partito di Umberto Bossi («Evviva» , la reazione di Roberto Calderoli), ma hanno aperto fronti di tensione con l’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati e attirato giudizi negativi dal mondo cattolico e dall’opposizione. «Vuol dire esasperare ulteriormente la situazione» , ha commentato sul decreto presentato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, leghista, il direttore della Fondazione migrantes della Conferenza episcopale, monsignor Giancarlo Perego, secondo il quale i Cie sono posti di «violenza, autolesionismo» e «nessun progetto» . Critico anche Mario Marazziti della Comunità  di Sant’Egidio, ieri in preghiera per i migranti morti nel Mediterraneo, 1.820 da gennaio. I provvedimenti sono stati annunciati mentre cresce la riluttanza leghista verso la guerra in Libia e Berlusconi si è augurato che il conflitto «non diventi una palude» . Come se a decidere l’adesione alla «coalizione dei volenterosi» che compie incursioni aeree non fosse stato il governo, il Cavaliere ne ha addossato la responsabilità  «al Parlamento» e «al capo dello Stato» . Per bilanciare, ha aggiunto: «Siamo tutti propensi a operazioni che si intensifichino per arrivare presto a un cambiamento» . Gli Usa e Frattini hanno valutato tardiva l’offerta di elezioni avanzata da Seif el Islam Gheddafi in un’intervista al Corriere e il secondo ha annunciato un’assemblea di emissari di tribù libiche a Roma «per la riconciliazione» . Si terrà  dal 25 al 27 giugno, nel frattempo sull’accordo da firmare oggi a Napoli Frattini ha detto al Tg1 che riguarderebbe anche «rimpatri» e «che, a differenza di quanto si faceva con il regime di Gheddafi, l’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, sarà  pienamente coinvolta» . Dall’Unhcr, ha informato la portavoce Laura Boldrini, «non vi è alcun tipo di coinvolgimento in tali operazioni» e resta «contrarietà » a ogni «respingimento in mare» . «Dalla Libia sono giunte in Italia circa 18 mila persone, meno del 2%dei fuggiaschi» , ha sottolineato la portavoce. La Farnesina ha sostenuto che Frattini segnalava per l’Unhcr una disponibilità  del Consiglio libico a collaborazioni «negate con il regime» . Per capire come l’Unhcr vede le mosse del governo italiano è utile sapere che lunedì, dopo essere stato a Lampedusa e da Maroni, l’alto commissario Antonio Guterres presenterà  alla stampa mondiale il suo rapporto annuale e parteciperà  con Napolitano alla Conferenza commemorativa della giornata mondiale del rifugiato. A Roma. Non a caso.

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