Nozze gay, l’arcivescovo contro il cattolico Cuomo

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NEW YORK – Il governatore e l’arcivescovo. Ci voleva la polemica sui matrimoni gay per riportare l’America di Barack Obama all’Italia di Peppone e Don Camillo. Solo che stavolta Peppone non è un comunistone trinariciuto ma un democratico moderato e per di più cattolico come Andrew Cuomo: il figlio di cotanto Mario – quello che raccontava come la mamma italoamericana fosse tanto fedele alla “Maronna” – che quando corse per la presidenza Usa ottenne la benedizione dei cattolici d’America. Oggi no. Oggi Andrew ha deciso di trasformare quella New York che Rudy Giuliani – altro devoto cattolico e italiano – riscattò dalla Gomorra del crimine in una sorta di Sodoma: aprendo lo stato della Grande Mela ai matrimoni gay. Le nozze omosessuali non sono da tempo un tabù. Nella giungla del diritto americano per la verità  si distingue tra riconoscimento del matrimonio e dei diritti veri e propri: ma ormai un pugno di stati – dal Connectitut a quello della capitale, Washington, Dc – hanno fatto da apripista. E malgrado il sogno della California, da sempre fricchettona, sia stato spento dalla maggioranza silenziosa, vincitrice infine di un referendum, perfino il governo federale – Obama imperante – ha deciso di non difendere più quel “Defense of Marriage Act” che riconosce sola legalità  al matrimonio tra maschio e femmina: e che è finito davanti alla Corte Suprema. 

Insomma anche Barack – che difende i diritti dei gay ma personalmente è contrario alle nozze omo – ci sta ripensando: soprattutto dopo il successo della cancellazione del bando nell’esercito. Così sembra disperatamente fuori tempo la sfida che l’arcivescovo Timothy Dolan ha incrociato con il giovane Cuomo. Andrew ha annunciato un accordo con i repubblicani e il voto già  per la prossima settimana. E l’arcivescovo ha subito parlato di “minaccia inquietante”. Mandando avanti i suoi uomini nell’opera di delegittimazione. Cuomo jr – divorziato – è stato accusato di vivere in “concubinaggio” con la sua compagna e star della tv Sandra Lee. E per questo gli è stata anche negata la comunione. Come finirà ? Il governatore per ora non coglie e politicamente abbozza: il voto gay varrà  bene una messa. 


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