Perché ci conviene un mondo più verde

Loading

La Giornata mondiale per l’Ambiente (Wed, World Enviroment Day) è un’iniziativa annuale delle Nazioni Unite che si svolge come da tradizione in città  diverse, ma sempre il 5 giugno, anniversario della prima. In realtà  in tale data si commemora l’inaugurazione, nel 1972, della prima “Conferenza mondiale sull’ambiente umano”, nota come “Conferenza di Stoccolma”. Alla Wed si accompagna un’esposizione internazionale sul tema annunciato ogni anno e relativo a una delle molteplici sfide ambientali, sempre diverse.
A ogni ricorrenza, l’obiettivo è incoraggiare i popoli ad agire a favore dello sviluppo sostenibile ed equo. Altro obiettivo è affrontare i problemi ambientali dal punto di vista degli esseri umani e non dall’ottica strettamente naturalistica. Le iniziative promosse dalle collettività  umane per contribuire a risolvere i problemi ambientali sono così valorizzate, come pure le indispensabili opere di solidarietà  e cooperazione internazionali miranti a garantire ai popoli della Terra un futuro più sicuro e più prospero. Malgrado molteplici battute d’arresto, quest’ultimo punto si inserisce particolarmente bene nello spirito della conferenza di Stoccolma, dove furono stabilite le premesse di una legislazione internazionale sull’ambiente e dove si affermarono come obiettivi ecologici la proibizione a usare armi nucleari, la discriminazione razziale e il colonialismo.
La Giornata mondiale per l’Ambiente, pertanto, non può in alcun caso essere messa sullo stesso piano di altre giornate mondiali oggi di moda.
Quest’anno, proclamato “Anno internazionale delle foreste”, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep, United Nations Environmental Programme) ha deciso che a ospitare per la prima volta la Wed sarà  l’India. Con una popolazione di 1,2 miliardi di abitanti, il sottocontinente indiano grava sulle risorse forestali soprattutto nelle aree più densamente popolate, mentre l’eccessivo sfruttamento dei terreni per il pascolo contribuisce alla desertificazione di vaste regioni: di conseguenza dalla scelta geografica della sede della manifestazione si possono ragionevolmente attendere ricadute positive. Resta il fatto, tuttavia, che questa giornata cade in un periodo di notevoli sconvolgimenti ambientali.
Il contesto della Wed del 5 giugno 2011 è in effetti teso alle minacce che incombono sugli equilibri della biosfera: il riscaldamento del clima, che ormai è lecito ritenere che sia in parte dovuto alle attività  umane; il depauperamento delle risorse ittiche, specificatamente nel Mar Mediterraneo; lo stress idrico nel Sahel e nel perimetro mediterraneo; la distruzione delle finestre pluviali in Amazzonia e in Asia, tutti fattori che rappresentano altrettante gravi minacce per il nostro pianeta e chi lo abita. Senza contare che gli effetti sociali di queste situazioni difficili possono indurre comportamenti contrari agli interessi delle stesse vittime: pescare eccessivamente comporta di dover pescare sempre più, come pure la deforestazione provoca sempre maggiore deforestazione… Questi comportamenti di fuga in avanti, ahimè, sono classici, ben noti e sempre più frequenti. Le comunità  dei villaggi sono le prime a deplorarli, come già  si è desunto da altre Wed, ma la maggior parte di loro non ha in ogni caso i mezzi finanziari per contrastare i processi di degrado dell’ambiente.
Nella maggior parte delle città  dei paesi meno sviluppati – ma anche in megalopoli come Città  del Messico e il Cairo – il tasso di povertà  è in aumento e diventa sempre più difficile reperire di che nutrirsi. Già  ora in molti paesi la coltura di prodotti destinati all’alimentazione umana – più ecologica, più riguardosa verso la biodiversità , più rispettosa in termini di risparmio idrico ed energetico a confronto dell’agricoltura industriale – è messa a repentaglio dall’estensione delle monocolture, ritenute più redditizie dai grandi proprietari terrieri.
Queste tematiche sono sempre di grande interesse per la Wed, ma il divario tra le preoccupazioni responsabili di un’agricoltura sostenibile nei paesi meno avanzati e la climatologia dei piccoli gesti che predomina nelle preoccupazioni ambientalistiche dei paesi più ricchi (risparmiare l’acqua quando ci si lava i denti, spegnere la luce uscendo da una stanza, acquistare automobili ibride e così via) rischia di indebolire l’impatto della giornata del 5 giugno.
E così, mentre lo slogan di questa Wed è “Foreste: la Natura al vostro servizio”, la camera bassa del parlamento brasiliano ha appena approvato un alleggerimento delle normative in vigore miranti a proteggere la foresta amazzonica (27 maggio). Negli stati di Rondonia, a est del paese, e di Para, due protettori delle foreste e la moglie di uno di loro sono stati assassinati a colpi di arma da fuoco. Nel frattempo, e nel tempo che resta prima che la legge sia approvata definitivamente, gli animatori locali della Wed del 5 giugno raccomandano di organizzare nel mondo intero manifestazioni e cortei urbani, raduni in bicicletta, concerti “verdi”, concorsi per le scuole (disegni e testi scritti), varie iniziative per riciclare e procedere con le collettività  alla pulizia di alcuni luoghi. A un anno dalla prossima Conferenza Mondiale sullo Sviluppo sostenibile (“Rio+20”) è tuttavia palese che queste iniziative – per quanto simpatiche – non sono certo all’altezza delle poste in gioco.
(Traduzione di Anna Bissanti)

 


Related Articles

Acqua.Ogni giorno seimila litri a testa ecco tutti gli sprechi nascosti

Loading

Dopo Giappone e Messico siamo il terzo importatore: il nostro consumo di acqua è a un livello critico. Alla vigilia della Giornata mondiale, un rapporto del Wwf racconta come possiamo ridurlo

In Europa la Lombardia decide per tutta l’Italia in campo ambientale

Loading

Intervista a Francesco Forastiere, dell’Imperial College di Londra: «Siamo il Paese che ha il primato di morti attribuibili all’inquinamento, tra i 50.000 e i 70.000 l’anno dovuti alle Pm25, eppure chiediamo la deroga della direttiva europea sulla qualità dell’aria»

Clima. Il Pianeta distrutto dai ricchi: l’1% inquina il doppio dei poveri

Loading

Il rapporto Oxfam presentato ieri «The Carbon Inequality Era» mostra il netto aumento di emissioni prodotte dai più abbient

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment