Pestaggio nel centro di Roma, giovane in fin di vita

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ROMA. Massacrato senza un motivo a calci, pugni, tremendi colpi alla testa sferrati con un casco. Lotta per la vita, al reparto di rianimazione del San Giovanni, Alberto Bonanni, un musicista di 29 anni aggredito sabato notte nel cuore del rione Monti, in pieno centro storico. È una delle tante risse nella “movida” romana, tenuta nascosta per 4 giorni.
 E ha riacceso le durissime polemiche sulla sicurezza nella capitale. Il ragazzo, tra l’altro, è stato frettolosamente dato per morto. Gli agenti del commissariato Esquilino hanno già  arrestato due degli aggressori: si tratta di Cristian Perozzi e di Carmine D’Alise, entrambi ventunenni. Il primo ha un precedente per droga, l’altro è incensurato. «Ho dato solo due pugni» ha spiegato con aria stafottente Perozzi ai poliziotti. Poi, al momento di entrare in carcere, entrambi sono stati colti da una crisi di panico.
È accaduto poco dopo le 2 della notte di sabato. Alberto Bonanni, che frequenta la scuola musicale St. Louis di via del Boschetto, era andato a sentire un gruppo di amici che suonavano al “Saylor’s bar” di via Leonina, una strada diventata punto di ritrovo di comitive di ragazzi arrivate da tutta Roma, un’invasione rumorosa e spesso aggressiva che ha provocato proteste ed esposti dei residenti.
Il concerto finisce all’1,30 e Alberto si attarda con gli altri in strada. Una mezz’ora più tardi Massiliano Stecchiotti, un pittore che abita accanto al bar, torna a casa, incrocia il gruppo e si arrabbia. «Non voglio sentire una mosca». Poi sale nel suo appartamento, si affaccia alla finestra e comincia a inveire. Dal crocchio di giovani partono insulti e cori di “scemo, scemo”. L’uomo, esasperato, scende in strada impugnando un frustino e comincia a colpire i cassonetti dell’immondizia ma a parte uno scambio di invettive, la cosa sembra finita lì.
I musicisti e i loro amici si allontanano di qualche centinaio di metri e arrivano all’incrocio con via dei Serpenti. A poca distanza, a piazza Santa Maria ai Monti, c’è una comitiva stanziale di ragazzi che, quasi ogni notte, tira tardi chiacchierando e bevendo birra.
«Qualcuno è corso in piazzetta urlando: Massimo sta facendo a botte, correte – ricorda una ragazza che ha assistito alla scena – all’improvviso, da dietro, sono arrivati due ragazzi che hanno tirato schiaffi e pugni. Poi, subito dopo, è accorso un altro tizio che ha sferrato un colpo col casco alla testa di un giovane piuttosto robusto ed è scappato di corsa per via della Madonna ai Monti. Intorno c’erano almeno quaranta persone e nessuno ha mosso un dito».
Alberto Bonanni è stato atterrato a pugni e bottigliate, colpito mentre era in ginocchio e massacrato di calci in faccia. Il referto dell’ospedale San Giovanni parla di frattura bilaterale delle mascelle, setto nasale rotto, abrasioni al viso provocate dalle suole delle scarpe ed edema al cervello. La notizia della morte cerebrale, diramata da polizia e vigili urbani, è stata fortunatamente smentita alle 17 di ieri.
Sul posto sono intervenuti, per primi, i vigili urbani che hanno chiamato l’ambulanza e avviato le indagini. Gli agenti del commissariato Esquilino hanno saputo del ferimento solo lunedì, dal posto di polizia dell’ospedale. «Per identificare gli aggressori abbiamo utilizzato anche Facebook – spiega l’ispettore Leandro Gaspari – molti dei giovani che frequentano la zona si conoscono di vista: abbiamo trovato alcune foto e le abbiamo mostrate ai testimoni, che hanno riconosciuto uno degli aggressori».
Caccia aperta ad almeno altri due giovani che hanno partecipato al pestaggio. Alcune voci parlavano di un movente “politico” ma la questura smentisce: un episodio di puro e semplice teppismo, come tanti altri.


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