“Libia, rispettiamo gli impegni” da Napolitano stop alla Lega

Loading

ROMA – È scontro tra il colle più alto e la Lega. Ed è scontro tra la Lega e il Pdl. All’indomani di Pontida le camicie verdi tengono il punto. Non fanno un passo indietro sulle richieste di Bossi per restare al governo. E il patatrac con il Capo dello Stato arriva sulla Libia, un caso che si somma ai malumori del Quirinale sul pressing per portare i ministeri al Nord. Dalla spianata di Pontida Roberto Maroni l’aveva detto chiaro e tondo: per fermare gli immigrati dobbiamo far cessare i raid su Tripoli. Che, oltretutto, per i leghisti con le altre missioni tolgono soldi per il taglio delle tasse. Ma nel pomeriggio di ieri, pur senza nominarli, Giorgio Napolitano li stoppa: «È nostro impegno, sancito dal Parlamento, restare schierati in Libia con le forze di altri Paesi che hanno raccolto l’appello dell’Onu». 

Passano pochi minuti e Maroni ribadisce «la posizione già  espressa sul sacro suolo di Pontida, cioè la richiesta al premier di dire quando terminerà  l’impegno in Libia». D’altra parte per la Lega la forte riduzione delle missioni militari e le garanzie sullo stop dei bombardamenti in Libia in favore della diplomazia sono un punto centrale per restare nel governo. Tanto che nel famoso “cronoprogramma” mandato a Berlusconi da Pontida è il primo provvedimento da prendere, entro due settimane. Altrimenti, spiega un big del Carroccio, «a fine mese non voteremo il rifinanziamento delle missioni», con conseguente rischio collasso della maggioranza. E così mentre oggi la Padania titola “Prendere o lasciare”, il viceministro Castelli pronuncia una frase che rivolta al Quirinale ha davvero dell’inusuale. «Vorrei rispettosamente far osservare a Napolitano che il Parlamento ha preso l’impegno di difendere in Libia i civili, non di ucciderli. Mi aspetto una parola anche su questo tema, se non altro per rispetto dei bambini morti per colpa dei raid “intelligenti”». E pensare che il Capo dello Stato aveva sottolineato che «l’Italia non poteva guardare con distacco gli avvenimenti in Libia» e all’appello Onu di difendere dai massacri di Gheddafi «una popolazione che chiedeva libertà , autonomia e giustizia».
Rispetto agli ultimi mesi – quando era la Lega a difendere Napolitano di fronte agli attacchi del Pdl su giustizia e verifica parlamentare – le parti nella maggioranza sembrano essersi invertite. Torna il vecchio asse tra il Colle e il ministro degli Esteri Frattini, compatto nei giorni della decisione dell’attacco al Raìs. Da Lussemburgo il capo della diplomazia dice che l’attività  delle forze Nato in Libia «oggi è necessaria e non si può pensare a ritiri unilaterali». Alla Lega Frattini concede che non va bene nemmeno «lo status quo a tempo indeterminato, prima si trova una soluzione meglio sarà ». Ma poi smonta l’obiezione del Carroccio sulle spese aggiungendo che la missione costa «circa 150 milioni, ammontare che non basterebbe certo a risanare le casse dello Stato». Uno spiraglio lo apre il ministro della Difesa La Russa ricordando che l’Italia è impegnata militarmente al fianco della Nato in Libia «per tre mesi» ma «nessuno ci vieta di valutare cosa fare al termine dell’impegno, anzi dobbiamo farlo».


Related Articles

Con la Cia, gli agenti di Sua Maestà

Loading

Gran Bretagna. Report torture. «Subito un’inchiesta indipendente», chiede parte dell’opposizione britannica

Chi ci difende dalle atrocità 

Loading

Chi dubitava che Barack Obama non meritasse il Premio Nobel per la pace, ora deve ricredersi. Il presidente ha annunciato la creazione dell’Atrocities Prevention Board, un apposito comitato della Casa Bianca per la «prevenzione delle atrocità ».

Per gli americani il saluto finale alla bandiera

Loading

Gli Stati Uniti hanno speso mille miliardi di dollari e perso oltre 4mila soldati

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment