San Francisco alla guerra della circoncisione

by Editore | 20 Giugno 2011 8:03

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san francisco – L’ultimo referendum locale è servito a mettere al bando i sacchetti di plastica nei supermercati e i giocattolini-regalo nelle confezioni Happy Meal di McDonald’s: rassicurante, quel voto ha confermato l’antica reputazione di San Francisco come la città  più verde e salutista d’America. Ma adesso l’istituto referendario è messo a dura prova su un terreno minato, un vero scontro di civiltà  tra due versioni del “politically correct”. È più importante il rispetto della libertà  di culto, o quello dell’integrità  del nostro corpo? Si rischia la guerra di religione, quando fra cinque mesi si andrà  alle urne per la consultazione popolare lanciata dal deputato democratico Lloyd Schofield: i cittadini della metropoli sulla Baia del Golden Gate dovranno stabilire se diventerà  «reato circoncidere, incidere, tagliare o mutilare la pelle, il prepuzio, i testicoli o il pene di un’altra persona che non abbia raggiunto i 18 anni di età ». Sanzione: mille dollari di ammenda e fino a un anno di carcere.
Il referendum è il coronamento di una lunga campagna, cominciata un anno fa con un convegno sulle “Mutilazioni genitali maschili” ospitato nel campus della University of California Berkeley. Dietro c’è un uomo di 42 anni, Matthew Hess, che si dice animato da una tragedia personale e impegnato in una missione umanitaria: «La circoncisione ha danneggiato la mia sessualità , mi ha privato di opportunità , ha cambiato la mia vita. Per questo ho deciso di dedicare tutte le mie energie a estirpare questa pratica». Ma la comunità  ebraica di San Francisco lo vede sotto una luce ben diversa, da quando Hess ha pubblicato online una storia a fumetti intitolata Foreskin Man (Uomo Prepuzio), grottesca parodia delle cerimonie ebraiche di circoncisione rituale che evoca la propaganda nazista degli anni Trenta. «Il Mohel, lo specialista della circoncisione, ha il naso adunco, le unghie lunghe, e gode mentre pratica la circoncisione su un bambino, questi sono stereotipi infami», denuncia Nancy Appel dell’Anti-Defamation League. Contro il referendum, il deputato democratico Brad Sherman ha presentato a sua volta un disegno di legge sulla “Difesa dei diritti religiosi dei genitori”. Secondo Sherman «la circoncisione maschile viene praticata da millenni ed è una cerimonia fondamentale per due importanti religioni, ebrei e musulmani».
E non solo loro. In realtà  i dati delle autorità  sanitarie indicano che il 55% dei neonati maschi viene sottoposto a circoncisione, un intervento che si è diffuso per motivi sanitari ben oltre le comunità  ebraiche e musulmane, soprattutto da quando alcune ricerche mediche hanno indicato che ridurrebbe i rischi di contaminazione del virus Hiv per gli uomini. Secondo Edgar Schoen, primario di pediatria alla University of California, «equiparare la circoncisione maschile alla mutilazione genitale praticata sulle bambine in Africa è una sciocchezza». Ma la commissione elettorale della città  di San Francisco, dopo aver verificato che sono state raccolte regolarmente le 12.000 firme necessarie, ha dovuto dare il via libera al referendum, che si terrà  a novembre. «A San Francisco – commenta Schoen – puoi raccogliere 12.000 firme anche per votare se la terra è piatta».

 

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