Tagli al sociale, Terzo Settore in piazza: “Adesso basta”

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ROMA – “Basta tagli, ora diritti”: il terzo settore italiano scende in piazza per dire basta alla riduzione delle risorse per il sistema del welfare, chiedendo al governo lo stop ai tagli lineari che stanno già  causando ripercussioni nella vita delle persone, e alle regioni e agli enti locali maggiore forza di iniziativa per conservare i servizi. Il portavoce del Forum del Terzo settore, Andrea Olivero, e il presidente del Cnca Lucio Babolin usano parole insolitamente dure per descrivere la situazione: il tentativo, attuato dal governo nei fatti, di liquidare l’intero sistema di welfare messo in piedi nel nostro paese dal 2000 in avanti, il taglio sui fondi nazionali per le politiche sociali in senso lato, arrivato all’80%, l’azione attuata dall’esecutivo per relegare il terzo settore nell’area assistenzialistica, l’inutilità  dell’azione fin qui compiuta per spiegare le proprie ragioni e chiedere un cambio di azione. Ora “che la chiusura di numerosi servizi sul territorio diventa ormai evidente”, ecco la scelta di “dire basta” e di scendere in piazza per denunciare la situazione e per chiedere al governo non solo di non tagliare ulteriormente sul sociale in occasione dell’annunciata manovra da 40 miliardi di euro (“Ma non è rimasto poi molto da tagliare ancora…”, precisano i promotori), ma anche di avere la forza di una inversione di tendenza che porti a restituire al sistema di welfare ciò che gli è stato levato.

La mobilitazione delle realtà  aderenti al Forum del Terzo Settore e le associazioni della campagna “I diritti alzano la voce” sono i promotori dell’iniziativa alla quale aderiscono poi anche altre organizzazioni e associazioni. Una manifestazione nazionale a Roma, davanti Montecitorio, è il cuore dell’iniziativa, il prossimo 23 giugno alle ore 11, cui si aggiungono una serie di presidi in nove regioni, organizzati ad Ancona, Belluno, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Torino, Venezia, Verona, Vicenza.

Le associazioni mettono in evidenza come di fronte alla grande crisi che sta attraversando il paese, il governo ha attuato in soli quattro anni un taglio dell’80% degli stanziamenti per le politiche sociali, tagli “che non riducono la crisi della finanza pubblica ma che causano la riduzione e la chiusura di servizi sociali fondamentali, la negazione dei diritti dei cittadini, il rischio di disoccupazione per molti lavoratori e soggetti svantaggiati, e onori sempre più insostenibili per le famiglie”. Le richieste avanzate sono quelle della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sui diritti civili e sociali, di un forte investimento nelle politiche sociali e una reale applicazione del principio di sussidiarietà . Più nel dettaglio viene chiesto il ripristino del fondo per la non autosufficienza, la definizione del Piano nazionale per la famiglia e il suo adeguato finanziamento, il rilancio del servizio civile, l’approvazione di una misura universalistica contro la povertà . (ska)

 

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