Una «flottilla» per i migranti nel Mediterraneo
Le fragilità che caratterizzano i cambiamenti di entrambe le rive sono chiari a tutti. Se n’è parlato proprio ieri pomeriggio nella seconda sessione del Forum, affrontando il discorso delle frontiere e dei migranti, nodo cruciale da almeno quindici anni nelle politiche diseguali tra Europa e Africa, il volto feroce del liberismo. In questi ultimi mesi insieme allo sbocciare delle primavere abbiamo assistito in Europa prima al vergognoso rimpallo tra Italia e Francia sui migranti tunisini, e alla morte di Schengen, poi ai tragici affondamenti nel Mediterraneo. Un’ecatombe. È qualcosa che non si può ignorare, se si intende rafforzare il cambiamento in atto. Proprio ieri è stata lanciata da Migreurop, una rete di attivisti e studiosi europei, e appoggiata dall’Arci, la proposta di organizzare, tra ottobre e novembre, una “flottilla” di navi nel Canale di Sicilia, con l’obiettivo di monitorare la situazione e denunciare il comportamento della Nato, che non sta mettendo in campo alcuna strategia di salvataggio delle vite umane. La “flottilla” dovrebbe essere scortata anche dalla marina mercantile, l’associazione dei lavoratori del settore marino, dai pescatori, categorie sensibili al rispetto del “diritto del mare” che impone di salvare qualsiasi persona in pericolo. L’obiettivo è di cercare un evento, per cui non si continui a trattare le stragi nel Mediterraneo come un effetto collaterale tutto sommato sopportabile. Ma anche raccogliere maggiori informazioni su cosa accade effettivamente in quello specchio di mare.
Un altro elemento centrale del dibattito, per la verità non nuovo, è la ricerca di una soluzione per far emergere un protagonismo politico degli immigrati. Quel 7% di popolazione invisibile, se non sotto forma di minaccia. È questo il cruccio del responsabile Immigrazione dell’Arci, regista ormai dal ’95 del Mia, Filippo Miraglia: «Da sempre pensiamo a questo posto come un luogo in cui sia possibile mettere insieme dai cattolici ai centri sociali, per creare un’alleanza ampia che non ha una rappresentanza politica ma che, siamo convinti, nella società reale esiste». Di qui la necessità di promuovere il protagonismo dei migranti, non soltanto attraverso minoranze attive, che pure esistono e sono fondamentali, ma non sufficienti.
Se n’è parlato ieri mattina al Meeting, con un dibattito che ha simbolicamente aperto l’incontro. E che continuerà il 30, quando interverranno diversi rappresentanti dei partiti del centrosinistra sulla campagna lanciata dall’Arci e da altre venti associazioni per la presentazione di due leggi popolari: una sul diritto di cittadinanza, che mira ad introdurre lo ius soli in Italia, e uno sul diritto di voto amministrativo.
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