Aids, conferenza 2011 in Italia Il paese che taglia la ricerca

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La denuncia viene da un articolo pubblicato on line dalla rivista Science. «Nonostante i ricercatori italiani siano da tempo considerati tra i migliori a livello mondiale nella lotta all’Aids, il Governo non ha intenzione di proseguire il Programma Nazionale di Ricerca sull’AIDS» si legge nell’articolo. Il Programma, che fino a tre anni fa faceva capo all’Istituto Superiore di Sanità  (Iss), negli anni Novanta ha ricevuto fino a 25 milioni di euro all’anno. Poi, nel 2009 è passato sotto l’ala del Ministero della salute che ha stanziato meno di 10 milioni di euro. Soldi che sono diventati disponibili solo quest’anno e che finiranno nel 2012. E non è previsto al momento nessun nuovo finanziamento. «Non c’è nessun piano di rilancio per il Programma di Ricerca sull’AIDS, sono tempi duri», ha commentato su Science Stefano Vella, che coordina il gruppo di ricerca su HIV, epatiti e salute globale all’Iss. «Quello che si percepisce – ha aggiunto Guido Poli dell’Istituto San Raffaele di Milano – è che è in atto una sorta di funerale silenzioso sulla questione del finanziamento pubblico per la ricerca sull’Hiv e l’Aids ».
Ma c’è di più. L’Italia, infatti, è l’unico paese del G8 a non aver versato i contributi per il 2009 e il 2010 al Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria. Né c’è un impegno per il triennio successivo. Il presidente dell’Iss Enrico Garaci sostiene che il ministro della Salute «si è impegnato a continuare a sostenere il programma» e che i ricercatori potrebbero anche ricevere finanziamenti attraverso altre vie. Ma Poli ha fatto notare che nel 2009 il ministero della Salute ha premiato i progetti di ricerca sull’AIDS con solo 2 milioni di euro (su 100 milioni potenziali) e solo uno di questi progetti era dedicato alla ricerca di base.


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