Che c’è dietro il ritorno di Chà¡vez

Loading

Sorpresa. Per tutti (o quasi), ammiratori e detrattori, venezuelani e stranieri. Verso le 2 del mattino di ieri il presidente Hugo Chà¡vez è atterrato all’aeroporto caraqueà±o di Maiquetà­a, proveniente dall’Avana. Mancava da Caracas da un mese, un mese pesantissimo che poteva cambiare, e forse ha cambiato, la storia recente del Venezuela e della «rivoluzione bolivariana», di cui dal ’98 lui è il leader carismatico (e unico).
Prima l’improvvisa operazione subita il 10 giugno a Cuba per un «ascesso pelvico», poi un secondo intervento per un tumore maligno, probabilmente nella stessa zona pelvica, da principio nascosto e poi da lui stesso rivelato, dopo la ridda di voci più o meno incontrollate e interessate che lo davano in «stato critico terminale», in un drammatico discorso in tv, giovedì scorso.
Vtv, la televisione statale, ha mostrato la sua partenza dall’Avana, salutato da Fidel Castro, poi il suo arrivo a Caracas, dove ad attenderlo c’erano fra gli altri il vicepresidente Elias Jaua e suo fratello maggiore Adà¡n. «Sto bene, sono felice», le sue prime parole. Nel suo account di Twitter @chavecandanga subito dopo ha scritto: «Eccomi qui, a casa e molto felice! Buon giorno mio amato Venezuela! Buon giorno mio amato popolo! Grazie mio Dio! Questo è l’inizio del ritorno» (che poi sembra la frase-chiave: «l’inizio», non il ritorno vero. Ha anche trovato il tempo di vedere, domenica, la partita della nazionale venezuelana con il Brasile, costretto contro ogni pronostico allo 0-0, e di felicitarsi con la squadra: «Che partita fantastica, quella della Vinotinto» (dal colore granata della maglia), «Quanto siamo orgogliosi di voi, muchachos!»
Appena si è sparsa la notizia dell’inatteso rientro, il Venezuela chavista si è riversato per strada. Per le 5 di ieri pomeriggio l’appuntamente era in piazza Bolivar e sotto il palazzo di Miraflores dove il leader avrebbe dovuto fare un’apparizione.
Molto smagrito e provato, in una dichiarazione successiva Chà¡vez ha detto di aver passato «giorni molto difficili» ma che il suo recupero «sta andando bene». Anche se ha precisato che è improbabile che possa partecipare alle celebrazioni di oggi per il bicentenario dell’indipendenza del Venezuela dalla Spagna. Sarebbe un altro coup de téà¢tre, utile per alzare il morale di un’entourage politico e di una popolazione molto scossi.
Anche l’opposizione anti-chavista, almeno a livello politico ufficiale, gli ha dato «il bentornato», ma a denti stretti e senza rinunciare alle stoccate. «Bisogna dare il benvenuto al presidente, era già  un mese che stava fuori e credo che il Venezuela abbia bisogno della governabilità  per risolvere i tanti problemi che abbiamo – ha detto Pablo Pérez, il governatore oppositore dello stato di Zulia (quello di Maracaibo e del petrolio) -. Non possiamo dedicarci solo alla salute del presidente».
Cosa c’è dietro un ritorno così improvviso e inatteso, oltre che, probabilmente, temporaneo? A parte il peso simbolico del bicentenario, le più plausibili sembrano due ragioni. La prima è che il ritorno gli serve per rincuorare e sistemare il suo entourage di governo e di partito (il Psuv), sconcertato e impreparato alla sua assenza, oltre che diviso al suo interno, e per operare alcuni cambi «strategici» per l’immediato futuro e per le presidenziali di fine 2012, a cui intende ricandidarsi. Si parla della promozione del militare più alto in grado, il generale Henry Rangel Silva, a nuovo ministro della difesa e del ministro degli esteri Nicolà¡s Maduro a nuovo vicepresidente (fra l’altro gli unici due, a parte i familiari, ad averlo visitato all’Avana: un messaggio). La seconda ragione potrebbe essere quella di guadagnare tempo e silenziare le voci dell’opposizione che nel mese a Cuba chiedevano con insistenza che il parlamento votasse «l’assenza temporale» di Chà¡vez investendo dei poteri ad interim il vice Jaua.
Si vedrà  presto qual è lo stato di salute di Chà¡vez e quali sono i suoi piani. Molti danno per scontato che tornerà  presto all’Avana per seguire le cure post-operatorie (tipo chemio e radioterapia), anche se è già  stato attrezzato un intero piano all’ospedale militare di Caracas.
Fra quelli che danno per sicuro il suo pieno recupero c’è Fidel Castro. Nella «riflessione» di domenica ha scritto che Chà¡vez «ha combattuto una battaglia decisiva che lo condurrà , e con lui il Venezuela, a una grande vittoria» e che «i suoi nemici esterni e interni» avranno delle «sorprese» amare


Related Articles

Vertice europeo: all’Italia oltre 80 miliardi di sussidi, oltre ai prestiti

Loading

Il vertice durissimo diventa per il premier l’occasione per restare al centro della scena politica

Catalogna. Antoni Comin: «Spagna, con l’amnistia governo di sinistra»

Loading

Parla Toni Comin, inseguito da un mandato di cattura come Puigdemont, catalani di Junts decisivi per una maggioranza anti-destra. “Il conflitto catalano è politico e che non avrebbe mai dovuto essere portato alla via penale”

Zwara, spiaggia di morte

Loading

Libia. 117 cadaveri di migranti rinvenuti sulle spiagge di Zwara, a 102 km da Tripoli, area controllata dal premier Serraj. Per «Migrant Report» i corpi sono parte dei 700 dispersi del naufragio della scorsa settimana: si erano salvate 400 persone

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment