Crotone: domande di asilo troppo lente, tensioni e risse

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Crotone  – Alta tensione all’interno del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto (Kr): porte divelte e vetri rotti dopo una maxi rissa che venerdì scorso ha coinvolto 700 richiedenti asilo, esasperati dalla lentezza dell’esame delle domane, molti disservizi denunciati dai migranti, sovraffollamento. E’ il quadro denunciato dopo la visita ispettiva dell’onorevole Nicodemo Oliverio del Pd. “Una situazione difficile da vedere con i danni dopo la rissa di alcuni giorni fa scoppiata per futili motivi legati a una coda – dice Oliverio – ci sono 30 agenti per 1398 ospiti, la maggiorparte dei quali sono afghani, somali ed eritrei. A causare queste situazioni è una politica del governo di sola repressione senza accoglienza. Il problema più grave è che il personale della Commissione che esamina le domande è ridotto all’osso in quanto gestisce anche le richieste per Puglia e Basilicata”.

Il tempo minimo di permanenza nel centro è di 4 mesi, secondo quello che dice l’ente gestore, le Misericordie di Isola Capo Rizzuto, il centro è ai limiti di presenze rispetto alla capienza. Il deputato Pd denuncia “frequenti risse tra le diverse nazionalità , si sta nei container in 8 persone e l’ingresso del Cara è sulla pericolosa statale 106, percorsa dai richiedenti asilo senza un marciapiede e illuminazione”. In passato diversi ospiti del centro sono stati investiti. “Ho fatto alcune interrogazioni parlamentari per questo ma mai ho avuto risposta” conclude Oliverio, che segnala la sua sorpresa nell’aver trovato gli immigrati molto spaventati dopo la rissa. “Di solito gli ospiti si avvicinano per segnalarmi la loro situazione, oggi invece nessuno è venuto a parlarmi all’interno”.

Intanto l’adiacente Cie da 124 posti è chiuso da oltre un anno per i danni di una rivolta e i lavori di ristrutturazione non sono iniziati, mentre è in corso un cantiere per il potenziamento del Cara con una mensa e una moschea. “Le situazioni di promiscuità  creano disagio – dice Carmen Messinetti Cgil provinciale Immigrazione – significativo che i ragazzi sono venuti solo fuori dal centro per segnalare tutti i disservizi e non hanno detto niente al deputato mentre era all’interno”. Fuori dai cancelli c’è stato un sit in della società  civile con la partecipazione di partiti di sinistra, Cgil, Arci e Rete per la difesa del Territorio “Franco Nisticò”.

“Ci hanno segnalato le carenze nell’assistenza sanitaria e i prezzi elevatissimi dell’unico spaccio alimentare interno al campo – racconta Messinetti – manca inoltre una rete all’esterno del campo e l’isolamento, l’assenza di mediazione, crea problemi con la popolazione locale e per la mancanza di sicurezza sulla 106”. I manifestanti chiedono anche di non riaprire il Cie. “Ci ha allarmato la notizia di un sopralluogo in tal senso del Ministero dell’Interno” ha concluso. (raffaella cosentino) 

 

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