Ecco l’aumento delle tasse

Loading

Un Romano Prodi redivivo detta la linea: «Governo, opposizione e Bankitalia insieme per l’emergenza». Peccato che i tempi sono cambiati e non esistono più nessuno dei tre. Nel Palazzo, la reazione al «terrorismo finanziario» è identica a quello di piombo di trent’anni fa: con l’emergenza si sta tutti insieme. A prescindere dai contenuti. Che in questo caso sono più tasse per chi già  le paga e meno servizi per tutti.
Messo alle strette, il governo ammette il bluff sulla presunta riforma fiscale e annuncia che anticiperà  nella manovra la «clausola di salvaguardia» da 14,7 miliardi contenuta nella delega fantasma scritta da Tremonti. In concreto, già  dal prossimo anno ci sarà  un taglio del 15% di tutte le detrazioni esistenti (sanità , asilo, colf, assicurazioni, ristrutturazioni). Invece dei tagli lineari ai ministeri stavolta si tagliano gli sgravi ma la sostanza non cambia. Si spara nel mucchio per prendere soldi dov’è più facile, cioè sul lavoro dipendente.
Nelle ultime ore di trattativa nella maggioranza, Pdl e Lega concordano solo 5 modifiche alla manovra. Oltre alle tasse, riguardano un taglio minore alla rivalutazione delle pensioni basse, un aumento più scaglionato del maxi-bollo sui titoli e qualche modifica al patto di stabilità . Ultimo ma non ultimo, un bel regalo bipartisan alle concessionarie autostradali. Nel decreto era previsto un codicillo che avrebbe gravato per oltre 1 miliardo sulla spalle di Benetton e soci (quasi tutte aziende del Nord o parastatali). Nei giorni scorsi il viceministro Castelli è stato pubblicamente scudisciato dall’Aiscat: ai padroni delle corsie è bastato minacciare il blocco degli investimenti nella BreBeMi e la Pedemontana che il Carroccio ha subito innestato la retromarcia ammorbidendo la norma.
E’ «un massacro sociale annunciato», commenta Nichi Vendola di Sel. Perché i dati di sistema ormai sono noti pure ai sassi: occupazione femminile al 46% (in Ue è al 60%) e disoccupazione giovanile al 29%. Precariato, bassi salari e bassa produttività  sono piaghe endemiche tanto a Nord quanto a Sud. Eppure la manovra segue le orme di sempre: più tasse, meno servizi. E a pagare sono sempre gli stessi. Basta scorrere il decreto per toccare con mano la macelleria sociale che ci aspetta.
Altro che meno tasse: fisco +1%
La pressione fiscale aumenterà  come minimo dell’1% (fonte Confindustria). In un paese che è già  (ultimi dati Ocse del 2009) al terzo posto per il fisco (43,5%) dopo Danimarca e Svezia. Da allora la situazione è sicuramente peggiorata. La delega fiscale fantasma scritta da Tremonti quasi sicuramente decadrà . Peccato perché lì e solo lì c’era l’armonizzazione delle rendite finanziarie al 20%, una norma di equità  che il Pd proverà  a inserire nella trattativa. Il grosso delle maggiori entrate verrà  dai giochi (7 mld) e dal superbollo sul deposito titoli (quintuplicherà  fino a 150 euro l’anno e 380 per i depositi sopra i 50mila euro). Rincari che però il governo vuole rimodulare. Solo 490 milioni invece verranno dal mini aumento dell’Irap su istituti di credito e assicurazioni. In proporzione la manovra la pagano infinitamente di più correntisti e bancari che banchieri e speculatori.
Piano per il Sud? Sotto il Po il nulla
I fondi Fas saranno ulteriormente tagliati dal 2013. In più viene decurtato di 3,6 mld il «fondo per l’economia reale» di Palazzo Chigi dedicato in gran parte al Mezzogiorno. Sulle infrastrutture inoltre si fa un gioco delle tre carte che avvantaggia solo il Nord. Tremonti cancella il «fondo per le opere strategiche» e ne crea uno nuovo («fondo infrastrutture stradali e ferroviarie»). Perché? Perché così cade il vincolo dell’85% degli investimenti al Sud. Non a caso in quel fondo le uniche opere finanziate (peraltro solo con 250 milioni, fonte Cipe- Cgil) sono il traforo del Brennero, il valico Genova-Milano e la Treviglio-Brescia.
A scuola stipendi magrissimi
«Un intervento così odioso verso settori noti per le basse retribuzioni non si era mai visto», commentano in Flc-Cgil. La manovra congela gli organici delle scuole fino al 2014 e contiene norme anti-Tar contro i ricorsi dei precari. In più, oltre al blocco delle assunzioni blocca anche gli stipendi. Così un professore di liceo avrà  perso in 5 anni (2010-2014) quasi 8mila euro, un preside circa 16mila, un ricercatore 7.500, il personale tecnico e amministrativo 6.400. Ma è un calcolo per difetto: perché i rinnovi contrattuali rivalutano anche altre voci dello stipendio che restano ferme, così come gli scatti di anzianità . Un blocco che in futuro dimagrirà  anche le pensioni. Per far vedere che ci tiene, Tremonti assicura che il fondo di finanziamento (Ffo) delle università  non si tocca. Certo, glissa sul fatto che dal 2012 è già  stato decurtato di 300 milioni con le precedenti manovre.

******************************
Casse vuote negli enti locali
Solo oggi, a cose fatte, Tremonti incontrerà  gli enti locali. In 5 anni (2010-2014) i tagli complessivi a regioni, comuni e province ammonteranno a 33 miliardi. Anche qui molta propaganda: il premio agli enti «virtuosi» sul patto di stabilità  è poco più che una mancia (circa 200 milioni).
Sanità , ecco il super-ticket
In 5 anni (2010-2014) il settore ha subito tagli per 17 miliardi in personale e ed erogazioni. Dal 2012 è previsto un super-ticket fino a 10 euro sulle medicine (una norma che vale oltre 800 milioni) e sono quasi inevitabili inediti ticket sui ricoveri ospedalieri da inserire nella finanziaria autunnale.


Related Articles

GLOBALIZZAZIONE SENZA REGOLE

Loading

Esce il nuovo libro di Joseph Stiglitz (La Repubblica, MARTEDÌ, 07 NOVEMBRE 2006, Pagina 58 – Cultura)

Busta paga flessibile Gli aumenti si spostano sugli accordi decentrati

Loading

ROMA — Un documento di indirizzi quello sottoscritto dalle associazioni imprenditoriali (Confindustria, Abi, Ania, Alleanza cooperative, Rete Imprese Italia) e dai sindacati Cisl, Uil, Ugl, ma non dalla Cgil. Si intitola infatti «Linee programmatiche per la crescita della produttività  e della competitività ».

Dal prete al nipote del bandito Giuliano “Noi Forconi pronti anche a morire”

Loading

Diecimila in piazza a Palermo. Ma la Sicilia è ormai allo stremo   Insulti al presidente di Confindustria Lo Bello, che aveva denunciato le infiltrazioni mafioseLombardo dopo il vertice con Monti: “Via al tavolo sulle accise ma ora basta blocchi selvaggi”

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment