Falconara, la Regione dà il via al rigassificatore
ANCONA. Con 26 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto il consiglio regionale delle Marche ha dato il parere favorevole alla realizzazione del rigassificatore dell’Api a Falconara Marittima. L’assemblea consiliare si è fatta beffe delle migliaia di cittadini che in questi mesi si sono mobilitati tramite comitati, associazioni, centri sociali, per dire no a questa nuova follia in una zona già dichiarata nel 2001 dalla stessa Regione area a elevato rischio ambientale. Ignorate anche le istanze di ben 17 sindaci della provincia che si erano dichiarati contrari al progetto dell’Api così come a quello di Gaz de France che dovrebbe sorgere davanti a Porto Recanati, nel maceratese, a poche decine di chilometri da Falconara. Contrarie anche numerose categorie economiche e sociali come pescatori, operatori turistici, commercianti. Ma il presidente della regione Gian Mario Spacca (Pd) e una maggioranza trasversale che ha visto uniti centrodestra e centrosinistra, (eccetto otto consiglieri, tra opposizione di sinistra, Sel e Fed, qualcuno del centro-destra, un consigliere del Pd, un socialista e uno dei Verdi), si sono genuflessi agli interessi dell’Api. L’azienda aveva presentato un fumoso piano industriale, generico, quanto improbabile, dove si davano superficiali garanzie per quanto riguarda i posti di lavoro e le solite promesse sulla «riqualificazione ambientale». Un disco tristemente noto che ben conoscono i cittadini falconaresi. Si sono fatte orecchie da mercante anche dopo l’imponente manifestazione del 25 giugno, quando ad Ancona sono sfilate più di duemila persone per ribadire non solo il no al rigassificatore, ma anche un grande sì ad un modello sociale economico alternativo che abbini tutela ambientale e diritto al lavoro. Anche ieri mattina il piazzale antistante alla Regione era pieno di persone, circa trecento, che prima hanno «assediato» il Palazzo, poi sono riuscite ad entrare in buon numero dentro l’aula consiliare. Presente anche una folta delegazione di lavoratori dell’Api schierati a favore del rigassificatore. Bagarre in aula e alla fine il voto con l’esito annunciato.
Ora si tratterà di capire come proseguire la mobilitazione e anche verificare eventuali appigli legali a partire dalla incredibile scelta della Regione di avvalersi di un diritto di opzione a partecipare fino al 30% del capitale sociale per la realizzazione e la gestione del terminale. Può il soggetto istituzionale chiamato a controllare il rispetto del piano industriale entrare in affari con colui su cui dovrebbe esercitare il controllo?
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