Frenata della cassa integrazione a giugno richieste giù del 20%

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ROMA – Meno cassa integrazione e meno morti bianche. Due notizie diverse e buone. Le ore richieste di cig, riferisce l’Inps, frenano del 20,1% a giugno rispetto a maggio (82 milioni di ore richieste contro 103), e del 20% rispetto a giugno 2010. Si abbassa, poi, il numero delle vittime sul lavoro. Secondo l’Inail, i morti nel 2010 sono scesi sotto quota mille, per la prima volta dal dopoguerra.
Il calo della cig è notevole anche nel semestre: il 19,3% in meno sull’analogo semestre 2010. Flettono tutte le categorie: la cassa ordinaria (-44,3%), la straordinaria (-9,4%) e quella in deroga (-2,8%). «Il segnale è univoco e forte», commenta Antonio Mastrapasqua, presidente Inps. Ed è «coerente con la ripresa del pagamento dei contributi da parte delle aziende». Tanto basta per dire che «è ripresa l’attività  produttiva», anche se «solo il monitoraggio successivo potrà  dirci se si tratta di un segnale continuo».
Prudenza condivisa dai sindacati. «E’ ancora presto per valutare se il calo sia indicativo di una ripresa», avverte la Uil. Anche perché «siamo ancora molto distanti dai valori pre-crisi». «Non abbassare la guardia», suggerisce l’Ugl. «Resta il problema delle vertenze aperte per centinaia di imprese in crisi», ricorda la Cgil. La riduzione delle ore di cig, per la Cisl, è «finalmente significativa». Ma «si dovrà  monitorare» se nei prossimi mesi avremo «miglioramenti nell’occupazione». E soprattutto mettere in campo «con urgenza» misure per il lavoro, specie per i giovani, la cui disoccupazione sfiora il 30%. I cali più decisivi nelle ore di cig si segnalano nel Nord ovest (-25%) e nel Mezzogiorno (-22,3%), rispetto a maggio. E per lo più nell’industria (-21,6%). Una caduta «molto significativa», per Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, che conferma la ripresa in atto, «per quanto selettiva» e dunque da «alimentare», anche attraverso la manovra «che garantisce crescita e sviluppo».
Sul fronte delle morti bianche, cade il muro simbolico delle mille vittime. Il 2010 registra 980 casi contro i 1.053 del 2009 (-6,9%). Dal 2001, quando i morti furono 1.546, il calo è quasi del 37% e forte in tutti i settori di attività : agricoltura (-28%), industria (-43%) e servizi (-32%). Una notizia positiva. Ma di lavoro si continua a morire. Nelle ore in cui l’Inail compilava il Rapporto 2010, un operaio di 59 anni veniva trascinato da un rullo avvolgitore per pellicole in plastica nella sua fabbrica di Tradate, in provincia di Varese, durante il turno di notte.
Il calo è «un risultato apprezzabile», dice Antonio Boccuzzi, l’ex operaio scampato al rogo Thyssen ed oggi deputato Pd. Ma, si chiede, «quanto ha inciso la crisi economica su questo risultato?». Meno lavoro, meno incidenti. «Un fatto positivo», commenta la Cgil, «frutto anche degli accordi sindacali siglati sulla prevenzione». Se guardiamo gli infortuni, il dato però è ancora altissimo: oltre 775 mila casi registrati nel 2010, ma l’1,9% in meno rispetto al 2009 e il 24% in meno rispetto al 2001, quando superavano il milione. In controtendenza, infine, si muore meno ovunque in Italia, tranne che nel Nord est (+3,7%).


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