Il doppio binario per ridurre il sovraffollamento

by Sergio Segio | 29 Luglio 2011 7:37

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Questo tema, anche al netto dei problemi relativi alla durata dei nostri processi e alla piena garanzia della presunzione d’innocenza lungo i tre gradi di giudizio, apre la riflessione doverosa sul ricorso alla misura cautelare detentiva e sulla sua durata. Tuttavia la riflessione seria sull’affollamento carcerario non può essere ristretta alla ricerca di misure di attenuazione che, sinteticamente, facilitino l’uscita dal carcere, attraverso misure varie, e quindi incidano sui flussi uscenti. Né la soluzione può essere affidata al sistema penitenziario che non è attore bensì vittima della situazione, altrove determinata. La riflessione deve rivolgersi anche all’esame dei flussi in entrata e alla ricerca del loro contenimento ai casi di assoluta necessità .
Sappiamo bene che le prime due ipotesi che il codice prevede, il pericolo concreto per l’acquisizione o la genuinità  della prova o il pericolo concreto di fuga hanno rispettivamente la prima una connotazione limitante temporale e la seconda una spaziale; quindi possono e dovrebbero essere o superate in un ragionevole tempo o essere progressivamente sostituite con ragionevoli misure di controllo. Resta la terza ipotesi, tendenzialmente prognostica, cioè centrata sulla pericolosità  del soggetto, che proprio per questa sua connotazione deve essere tenuta rigorosamente al riparo dall’influenza della pressione mediatica, da connotazioni di esemplarità  nonché da elementi impropriamente inquisitori. Il tutto va rigorosamente tenuto nei limiti della necessità . Queste indicazioni, certamente condivisibili e indirizzate a tutti gli Stati, assumono, come già  detto, una rilevanza specifica nel contesto del nostro Paese, data l’incidenza numerica che la custodia cautelare in carcere ha sul totale della popolazione detenuta e sulla possibilità  concreta di organizzare una vita detentiva significante.
Quindi, l’intervento urgente che oggi si richiede ai sistemi detentivi sovraffollati, oltre a quello di garantire comunque condizioni rispettose della dignità  delle persone, è quello di incidere in entrambe le direzioni: quella della riduzione degli ingressi con l’adozione di altre misure ugualmente di contenimento e controllo, ma non direttamente privative della libertà , e quella dell’accentuazione delle possibilità  di percorsi che attenuino la misura detentiva riportando verso quel riannodare il legame con la società , reciso dalla commissione del reato, che possa altresì diminuire il rischio di recidiva.

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