Il premier irlandese accusa il Vaticano “Sabotate le inchieste sui preti pedofili”

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CITTà€ DEL VATICANO – «Questa non è Roma. Questa è la Repubblica d’Irlanda 2011, una repubblica fondata sul diritto». Sono parole di fuoco quelle pronunciate dal primo ministro irlandese Enda Kenny contro il Vaticano. Ed è uno scontro durissimo quello che si è acceso negli ultimi giorni fra il governo di Dublino e la Santa Sede, surriscaldatosi ieri sera con la risposta del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.
Al centro del caso un dossier-shock di 400 pagine che accusa la Chiesa di avere coperto, «tre anni fa – spiega Enda Kenny – non trent’anni fa», gli abusi commessi da 19 sacerdoti nei confronti di 40 persone. E chiamato pesantemente in causa sulla questione è monsignor John Magee, già  segretario di ben tre Papi, lo scorso anno rientrato definitivamente in patria.
In serata padre Lombardi, ha replicato alle accuse veementi di Dublino dichiarando che «la Santa Sede risponderà  opportunamente alla domanda posta dal governo irlandese a proposito del rapporto sulla diocesi di Cloyne». E in una nuova dichiarazione, seguita all’acuirsi della crisi, il portavoce vaticano ha poi aggiunto che «ci si augura che il dibattito in corso su temi così drammatici si sviluppi con la necessaria obiettività ».
Ma l’attacco giunto da Dublino, proveniente dallo stesso primo ministro è un affondo senza precedenti. Sia Enda Kenny che il Parlamento hanno infatti severamente censurato la Chiesa di Roma. E mai prima d’ora il capo di un governo irlandese aveva parlato con tanta forza contro il Vaticano. Le istituzioni di Dublino hanno poi, in una mozione approvata all’unanimità , accusato le gerarchie cattoliche a Roma di aver messo gli interessi della Chiesa davanti a quelli delle vittime degli abusi. L’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, vicino alle lacrime, è infine andato in televisione affermando che nuove inchieste sulla pedofilia nelle diocesi rischiano di non arrivare a far luce su quanto è successo «se la gente nella Chiesa Cattolica non è pronta a dire la verita».
Il premier Kenny ha avvertito il Vaticano che le relazioni tra l’Irlanda e la Chiesa non saranno d’ora in poi più le stesse dopo che la settimana scorsa il rapporto sulla diocesi di Cloyne – nella contea di Cork – ha messo in luce abusi su minori nel periodo dal 1996 al 2009. Il dossier, secondo il Parlamento, «scava nelle disfunzioni, l’elitismo, il narcisismo che domina fino a oggi a cultura del Vaticano». A essere direttamente chiamato in causa è l’allora vescovo di Cloyne, monsignor John Magee. Il rapporto sostiene che il vescovo non può evitare le sue «responsabilità  dando la colpa ai sottoposti», che non avrebbero riferito le segnalazioni di abusi.


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