Italia nel mirino, Milano perde il 2,8%

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MILANO – Non siamo ancora alla tempesta perfetta ma ci manca davvero poco. Compresa, ciliegina sulla torta, la mannaia di Standard and Poor’s sulla Grecia, arrivata a Borse chiuse in Europa: l’agenzia di rating ha nuovamente ridotto il rating ellenico, portandolo a “CC”, con outlook negativo.
Ma sotto scacco, in Europa, resta l’Italia. L’asta dei Btp legati all’inflazione europea ha visto salire il rendimento lordo annuo al 4,07% – con un aumento di 1,56 punti percentuali rispetto all’asta precedente – e una richiesta pari a 1,59 miliardi a fronte di un importo offerto compreso tra 500 milioni e un miliardo di euro. Alla fine, sono stati aggiudicati titoli per 942,4 milioni di euro. Oggi nuovo test: verranno offerti Btp a tre anni e a dieci, più Cct a due scadenze diverse. In totale, si va da un minimo di 5,5 miliardi ad un massimo di 8,5 miliardi. Dato il clima, l’unico elemento positivo è che questa sarà  l’ultima asta di titoli di Stato per un po’ di tempo: a parte un’asta di Bot a dodici mesi, per gli altri si va a fine agosto.
Nervosismo e volatilità  anche per i Btp scambiati sul mercato secondario. Ieri, la differenza di rendimento tra i Buoni poliennali e i Bund tedeschi è tornata sopra quota 300 (fino ad un massimo di 312) per poi concludere la giornata a 309 punti base mentre sui mercati il clima tornava a farsi pesante e la Borsa a scivolare fino ad una chiusura in forte calo (-2,81% il Ftse Mib) ma sopra i minimi assoluti di giornata, toccati intorno alle 16.30. Decisamente peggio, comunque, rispetto agli altri mercati europei, che hanno contenuto le perdite sotto l’1,5% , mentre le banche italiane venivano vendute a piene mani e i ribassi superavano di slancio il 5% per Ubi e Intesa, mentre Unicredit si fermava a 4,3% e, tra le assicurazioni, Fonsai lasciava sul terreno il 5,81%.
I tentativi di arginare attacchi e volatilità  si sono tradotti anche in un appello politico: la Commissione Finanza della Camera ha approvato all’unanimità  una risoluzione che chiede all’esecutivo un’iniziativa in sede Ue per dare vita ad una agenzia di rating europea. Le agenzie di rating attuali, infatti, fanno «aggiotaggio» e «destabilizzano» il mercato dei titoli di Stato; per questo il governo italiano deve muoversi in sede europea per denunciarle alla neo costituita European Securities Market Authority (Esma).
Un appello caduto proprio nel giorno in cui S&P ha rilevato che il coinvolgimento delle banche nel piano salva-Atene porterà  inevitabilmente a un default selettivo: «I termini sia del buyback che del “rollover” (il rinnovo, cioè, dei titoli a scadenza) appare sfavorevole per gli investitori», avverte S&P. Dal canto suo, il ministro delle Finanze tedesco ha esortato i governi europei ad evitare una disgregazione dell’Eurozona con l’uscita «incontrollata» di uno degli Stati membri, ma, il ministro Wolfgang Schaeuble si è detto contrario a dare «carta bianca» al Fondo di salvataggio europeo per l’acquisto di titoli di Stato. Non sorprende che l’oro sia tornato ad aggiornare ancora il suo record storico a 1628 dollari all’oncia.


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