L’accusa della Procura «Bisignani usava email spia»

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NAPOLI— Gli strumenti informatici che la Procura di Napoli e la Guardia di finanza hanno utilizzato nelle indagini sulla cosiddetta «P4» , per intercettare mail e conversazioni via chat o Skype, li utilizzava anche Luigi Bisignani, l’ex giornalista diventato uomo d’affari, che di quest’inchiesta è il principale indagato. Ieri davanti al Tribunale del riesame di Napoli è cominciata la discussione del ricorso presentato dai legali dello stesso Bisignani e da quelli del sottufficiale dei carabinieri Enrico La Monica, latitante in Africa (per l’altro indagato di rilievo, il parlamentare del Pdl e magistrato in aspettativa Alfonso Papa, invece si attende il voto della Camera sull’autorizzazione all’arresto). E dai nuovi atti depositati dai pubblici ministeri Francesco Curcio e Henry John Woodcock emergono elementi finora inediti raccolti dagli investigatori.
Uno di questi riguarda le cosiddette mail spia, particolari programmi che si installano inviando un messaggio di posta elettronica e consentono di raccogliere dati su tutto ciò che passa nel computer di chi ha ricevuto la mail. Addirittura possono funzionare anche come microspia, captando le voci nell’intero ambiente dove si trova il terminale «agganciato» .
Che di strumenti d’indagine così sofisticati possa disporre una struttura come quella della Guardia di finanza è normale. Lo è molto meno, invece, che se ne avvalesse anche Bisignani. In un’informativa trasmessa alla Procura l’ 1 luglio, gli investigatori riferiscono l’esito dell’esame dei pc sequestrati all’ex giornalista e alla sua segretaria Rita Monteverde. Tutto ciò che il programma pirata raccoglieva veniva inviato su alcuni account di posta elettronica appartenenti al dominio googlemail. com.
Finora ne sono stati individuati tre, ed è già  partita la rogatoria internazionale per ottenere dalla Google il «congelamento» del contenuto di quei tre indirizzi e la consegna del materiale agli investigatori napoletani. Che ritengono di poter entrare così in possesso di ulteriori elementi a sostegno della tesi accusatoria secondo la quale Bisignani e i suoi presunti complici raccoglievano illegalmente informazioni riservate da utilizzare poi per attività  di dossieraggio, oppure per pilotare nomine o assegnazioni di appalti.
 L’accusa ritiene che Bisignani, Papa e La Monica abbiano messo in piedi una vera associazione segreta, ma il gip non ha accolto la richiesta di imputazione per associazione per delinquere, pur disponendo misure cautelari per i tre accusati. E contro queste misure hanno fatto ricorso Bisignani, che si trova agli arresti domiciliari, e La Monica, per il quale— come anche per Papa— il gip ha disposto la detenzione in carcere. Per decidere sulla conferma o sulla revoca di questi provvedimenti, il Tribunale del riesame ha tempo fino a sabato prossimo.


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