L’Europa sblocca 12 miliardi Atene allontana la bancarotta

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BRUXELLES – Riuniti in teleconferenza, i ministri delle Finanze della zona euro hanno dato ieri il via libera alla quinta rata del prestito alla Grecia. Si tratta di 8,7 miliardi di euro, a cui si dovrebbero aggiungere tra breve altri 3,3 miliardi forniti dal Fondo monetario internazionale. In totale, dunque, un finanziamento di 12 miliardi di euro che dovrebbe consentire ad Atene di far fronte ai suoi impegni almeno fino alla fine di agosto o ai primi di settembre. La decisione è stata presa con un giorno di anticipo rispetto alla data annunciata del 3 luglio, in seguito al voto del Parlamento di Atene, che con una risicata maggioranza ha approvato sia la manovra finanziaria che prevede privatizzazioni e tagli della spesa, sia le norme di attuazione del pacchetto di misure di austerità .
Senza la decisione di ieri, per la Grecia sarebbe stata la bancarotta assicurata entro la prima metà  del mese. Anche così, comunque, e anche ammettendo che vengano versati tempestivamente gli altri 45 miliardi che restano del prestito per 110 miliardi accordato l’anno scorso, Atene non potrebbe evitare il default senza un nuovo piano di aiuti per un altro centinaio di miliardi che l’Eurozona e il Fondo monetario hanno allo studio, e che dovrebbe essere in parte finanziato volontariamente dal settore privato attraverso una sottoscrizione da parte delle banche di parte dei titoli greci che verranno a scadenza.
Questa seconda fase dovrebbe aprirsi l’11 luglio, quando i ministri dell’Eurogruppo faranno il punto sul grado di contribuzione che ogni governo avrà  ottenuto dal proprio settore bancario. Questi contributi, avverte la Germania, pur se volontari in modo da evitare che le agenzie di rating dichiarino un default greco, dovranno essere «sostanziali». Francia e Germania, le cui banche sono le più esposte verso il debito greco, hanno tenuto febbrili consultazioni, ma non hanno ancora rivelato a quanto ammonterà  il contributo del settore privato. Ieri l’IIF (Institute of International Finance) che federa i grandi operatori finanziari privati, ha emesso un comunicato in cui conferma che «la finanza internazionale privata è pronta a impegnarsi in un sostegno alla Grecia volontario, cooperativo, trasparente e ampio». L’11 luglio i ministri dovrebbero svelare quale sarà  la portata del nuovo prestito triennale, fino al 2014. Ma i dettagli finali dell’operazione potrebbero slittare a settembre.
Intanto la Polonia, che venerdì ha assunto la presidenza di turno dell’Unione europea, ha già  avanzato forti critiche alla rete di sicurezza della zona euro (di cui il Paese non fa parte). Il ministro delle Finanze polacco, Jacek Rostowski, ha spiegato che «deve cambiare la filosofia» dei programmi di aiuto. «Guardiamo al rapporto debito/Pil dando troppa attenzione al numeratore e non al denominatore, cioè alla necessità  di rafforzare la crescita economica». Con una aperta critica a Paesi come Germania, Olanda, Austria e Finlandia, sempre più restii a venire in aiuto dei partner in difficoltà , Rostowski ha denunciato «un allontanamento crescente tra nord e sud, tra chi è aiutato e chi contribuisce al sostenerlo. Dobbiamo stare molto attenti che questa differenza non aumenti e che resti politicamente sotto controllo»


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