L’appello della società  civile “Modificate il decreto sviluppo”

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ROMA- Alla vigilia del voto in Senato sul decreto sviluppo, Legambiente lancia un appello per contrastare alcuni dei provvedimenti inseriti nel testo già  approvato il mese scorso dalla Camera.  Nel documento, sottoscritto dal presidente dell’associazione Vittorio Cogliati Dezza, dall’ex segretario del Partito democratico Walter Veltroni e da molti esponenti della società  civile, sono contenuti i rilievi a un elenco di misure che, si legge nel testo, “aprono uno scenario di grande preoccupazione per il patrimonio paesaggistico e architettonico del Belpaese”.

Le critiche. Tra i punti più controversi, l’ulteriore semplificazione prevista per chi volesse avviare una nuova costruzione o intervenire su una esistente, con l’iter per il rilascio dei permessi che sarà  più rapido. “L’introduzione del silenzio assenso anche per le operazione edilizie più complesse è un’operazione molto pericolosa, soprattutto in Paesi con piani regolatori non molto strutturati”, spiega Cogliati Dezza. “Si rischia non soltanto un aumento disordinato dell’abusivismo e del consumo di suolo, ma anche che quest’ultimo porti nuovi rischi dal punto di vista idrogeologico”.

Poi l’appunto su alcune modifiche previste al Codice dei beni culturali e del Paesaggio, in particolare l’estensione da 50 a 70 anni della soglia d’età  oltre la quale sono sottoposti a un regime speciale i beni immobili di proprietà  pubblica e delle persone giuridiche private senza scopo di lucro, compresi gli enti ecclesiastici. Una misura che rischia di sottrarre di fatto alla tutela dello Stato un rilevante numero di immobili pubblici realizzati dopo il 1941 e prima del 1961. “In questo modo molti edifici e beni di carattere culturale possono entrare sul mercato senza che nessuna autorità  possa vincolarli”, spiega il presidente di Legambiente che punta il dito anche contro un altro punto del decreto: “Si è abolito anche un obbligo che risaliva al periodo fascista, che imponeva di informare il ministero di qualsiasi trasferimento di proprietà  dei beni vincolati. Così  le amministrazioni non sapranno chi materialmente è proprietario del bene e di conseguenza chi è responsabile di eventuali violazioni”.

Le proposte. L’appello è disponibile sul sito di Legambiente , dove verranno raccolte anche le adesioni. Dopodiché il testo verrà  inoltrato al presidente del Senato Renato Schifani. “Non chiediamo soltanto lo stralcio di queste misure, ma avanziamo anche delle proposte – conclude Cogliati Dezza – Vorremmo che si istituisse un tavolo ad hoc che riunisse tutte le misure fatte in questi anni in questa materia e che hanno creato un vero e proprio arcipelago di norme. Puntiamo anche alla ricostruzione di un piano di sviluppo urbanistico del territorio, e che si apra un confronto sulla riqualificazione del patrimonio edilizio delle città  italiane”.


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