L’appello di «Se non ora quando» . «L’ora delle proposte»

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Oltre mille donne hanno risposto all’appello di «Se non ora quando» , nonostante programma e mete siano ancora imprecise. Lo stesso luogo di raccolta è già  cambiato tre volte. Avrebbe dovuto essere Santa Maria della Scala, poi mentre i numeri aumentavano, è diventata la piazza del Duomo di Siena. Ora è il Prato di Sant’Agostino: ombreggiato e ampio dove verranno sistemate 1.200 sedie. Forti dell’onda che dalle piazze di febbraio ha raggiunto Milano, con una giunta comunale con sei donne e una vicensindaco, il Prato di Siena si prepara a raccogliere non solo «parole d’ordine» . «Sarà  la prosecuzione analitica di quello che è stato portato intuitivamente in piazza il 13 febbraio» , dice la regista («Mi piace lavorare» ) Francesca Comencini che cura la regia della due giorni senese. Narrazione e linguaggio emotivo erano gli ingredienti della regia della piazza di Roma. A Siena ritornano. «Abbiamo alternato relazioni di contenuto simbolico ad altre di analisi e dati» , racconta la regista. Il suo intervento, «Corpo, maternità , lavoro, relazione» , preparato con la filosofa Fabrizia Giuliani, sarà  accompagnato dal flusso di immagini montate come una composizione sinfonica. Sono corpi di donne nell’arte, nella cultura, nella scienza.
Saranno seguiti dalla relazione di Laura Linda Sabbadini dell’Istat. Dati, freddi dati a inchiodare quello che le emozioni hanno raccontato. E poi ancora immagini. «Un video sulla rappresentazione del corpo femminile anticipa l’analisi dell’economista Tindara Addabbo» , dice la Comencini. «Relazioni calde ed emotive e interventi freddi e analitici. È in quest’alternanza di caldo e freddo che, a Siena, fotograferemo la realtà , dando strumenti concreti. Ma mescolando i due ordini di cose» .
Da protesta il movimento delle donne mette a Siena i mattoni per diventare lavoro. Costruzione dell’impalcatura su cui il corpo rappresentato, partito dall’indignazione (tema che continuerà  anche in questi due giorni attraverso l’analisi della rappresentazione del corpo femminile) diventa corpo fisico: della riproduzione biologica, dei bambini e della loro crescita, della salute, della scuola, dell’assistenza.
Lavoro ed economia, grandi temi che comprendono welfare, maternità , relazioni sociali, i grimaldelli per farsi spazio. E, partendo dai «bisogni delle donne» , per dare alla società  italiana la misura degli individui. Trovare gli strumenti per affrontare il precariato, la conciliazione tra il lavoro e i tempi liberi fatti di figli, nonni e il tempo per sé stessi non è solo questione femminile. Scuole e prospettive, sono questioni «giovani» , li affronterà  Sofia Sabatino, portavoce nazionale di Rete degli studenti.
A trovare insieme le strade da percorre nei prossimi mesi ci sarà  la voce di 120 comitati, donne e uomini. «Alle riflessioni si aggiunge l’ascolto» , continua Francesca Comencini. «Ci siamo date appuntamento per ascoltare i comitati e le persone singole. Si tratterà  di governare ciò che accade in maniera non prevedibile, anche se canalizzata con l’iscrizione. L’orchestrazione del desiderio di parola e di ascolto sarà  quella del qui e ora. Ma saranno voci libere a cui si intervalleranno storie di tre minuti: imprenditrici, come Margherita Dogliani, operaie e politiche» . Sul prato ci sarà  la politica con Giulia Buongiorno, Livia Turco, Flavia Perina, il sindacato, con Susanna Camusso, l’arte, con Cristina Comencini e le «straniere» con Souheir Kathouda, presidente delle donne musulmane d’Italia. «Un grande gruppo su il prato di donne e uomini disposti a parlarsi. Ed è la regia più difficile» , dice la regista. A loro, i gruppi, che hanno lavorato in questi mesi, il compito di segnalare e condividere che cosa bolle in pentola, come i venti nuovi hanno spirato nelle città .
Sui loro progetti si svilupperà  la manifestazione di domenica. Proteste che a Siena promettono di trasformarsi in azioni. Come? Questo è il compito che si è dato il Prato di Siena.


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