L’architetto francese per Napoli

by Sergio Segio | 31 Luglio 2011 8:42

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L’architetto francese Dominique Perrault ne ha ridisegnato la fisionomia: viali alberati e panchine da un lato, un lungo corridoi coperto in plexiglass dall’altro, otto piani sotto terra e 12 in altezza, giochi d’acqua e materiali che lasciano filtrare la luce. Il primo atto del nuovo corso è stato lo sfratto degli ambulanti dallo storico mercato della Duchesca, ad opera della vecchia giunta. Il secondo, a luglio, è stato l’assegnazione di due garitte di vigili urbani a presidiare l’area 24 ore su 24. Allora dall’assessorato alle Politiche sociali prova a invertire l’ordine degli interventi. Prima il lavoro di inclusione con gli operatori del Terzo settore e poi le preoccupazioni di ordine pubblico. «Accanto ai due vigili prevediamo anche due operatori sociali. Si potrebbe anche studiare un corso di formazione per le forze dell’ordine in mediazione dei conflitti, un percorso che li aiuti a entrare in sintonia positiva con l’universo multiforme e multietnico della zona» spiega l’assessore Sergio D’Angelo. Al ritorno dalle ferie tutte le associazioni del settore saranno coinvolte. Ad esempio le diverse unità  di strada potranno lavorare in modo coordinato sulla tossicodipendenza, sul contrasto allo sfruttamento della prostituzione, in aiuto alle vittime di tratta, sui senza fissa dimora. Per loro dalle Fs l’impegno a fornire i locali per bagni e docce. Operatori e mediatori culturali impegnati anche nell’emersione del lavoro al nero. Gli ambulanti, sia italiani che migranti, non autorizzati, saranno accompagnati in un percorso per il rilascio di regolare licenza. Per loro è prevista l’area mercatale di via Bologna, che sarà  attrezzata secondo le disposizioni di legge.
Progetti anche per la comunità  rom che da qualche anno si è insediata con il suo mercato spontaneo: un gruppo di romeni mette in vendita sui marciapiedi di piazza Garibaldi oggetti e vestiti recuperati dalla spazzatura, contribuendo a far diminuire le montagne di immondizia che finisce in discarica. Per mettere a sistema il loro lavoro, sono previste borse lavoro per avviare attività  commerciali autogestite, anche attraverso la costituzione di cooperative. Si può trattare di raccolta e commercializzazione di abiti usati, previo trattamento di ripulitura che adesso non avviene, ma anche di valorizzare la loro altissima capacità  di lavorare i metalli, ferro, latta, rame. Un percorso, insomma, concordato direttamente con i rom e che non necessariamente deve rimanere confinato nel perimetro della piazza. «Deve essere chiaro – conclude l’assessore – che non si tratta di una crociata contro migranti, poveri o persone in difficoltà , ma un modo per contrastare la criminalità  organizzata, atti di violenza e situazioni di degrado».

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