Manovra a 50 miliardi, stangata sul risparmio

by Sergio Segio | 6 Luglio 2011 7:22

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ROMA – La stangata sale e, tra nuove entrate (a cominciare dalla tassa a sorpresa sul risparmio) e riduzione delle spese, arriva a sfiorare i 50 miliardi (43 se si tiene conto solo dell’impatto sul deficit dal 2013). Ben il 30% sarà  costituito da nuove entrate, tra la «patrimoniale» sui depositi titoli, l’aumento dell’Irap su banche-assicurazioni e le tasse sui giochi. Nel clima febbrile, ad alta tensione ed al limite dello scontro istituzionale ieri i dati della «Relazione tecnica», curata dalla Ragioneria generale, hanno consentito di tirare le prime somme sul peso delle misure contenute nei 39 densissimi articoli della manovra.
Dai primi conteggi fatti dalle opposizioni il sacrificio chiesto italiani rischia di essere vano: «Nonostante la stangata le misure non consentiranno di raggiungere il fatidico pareggio di bilancio nel 2014: il deficit Pil si arresterà  all’1,2%», ha dichiarato ieri Stefano Fassina. Intanto sembra essersi sciolto il giallo del taglio degli incentivi alle energie rinnovabili ormai espunto dall’ultimo testo arrivato al Quirinale: dopo molti ministri ha parlato il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia: «Non c’è e non ci sarà ». Aperto dal Colle anche il caso delle multe sulle quote latte, la cui riscossione è stata sottratta alle «fauci» di Equitalia: la Lega ha puntato i piedi e tenterà  di mantenere in vita la norma. Problemi anche per la soppressione dell’Ice, i cui lavoratori ieri hanno rumorosamente protestato di fronte al ministero del Tesoro.
Vediamo i conti. Forte la stretta ai ministeri che pagheranno un assegno di 9,5 miliardi in tre anni, pesante l’intervento sugli enti locali che verseranno 9,6 miliardi, confermati tagli alla sanità  con i ticket e le razionalizzazioni che porteranno 7,5 miliardi, cala la scure anche sulle pensioni con frenata alle rivalutazioni e allungamento dell’età  (2,7 miliardi) e sul pubblico impiego (1,5 miliardi). Sicuramente di minore impatto è il taglio dei costi della politica: solo 7,7 milioni l’anno di tagli ai finanziamenti dei partiti a partire dal 2013.
Sul fronte delle nuove entrate e delle tasse spicca l’intervento di aumento dell’Irap su banche e assicurazioni (1,8 miliardi) e la «patrimoniale» sui depositi titoli che porterà  8,8 miliardi di incassi in quattro anni, circa un quinto della manovra. Dall’aumento della pressione sui giochi in arrivo 2 miliardi. Sempre alla voce entrate si conta di rastrellare risorse sugli studi di settore, il meccanismo con il quale gli autonomi pagano le tasse: circa 450 mila contribuenti, pari al 10%, non dichiarano i dati giusti. Altre risorse verranno dalla chiusura agevolata delle partite Iva inattive (circa 80 milioni) e dalla mini-sanatoria sul contenzioso fiscale.
La manovra economica approderà  nell’aula del Senato a partire da martedì 19 luglio. L’esame della commissione Bilancio di Palazzo Madama inizierà  già  dalla prossima settimana, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo del senato. E già  si profila la possibilità  della fiducia anche se il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, ha precisato che si guarderà  all’andamento «dei lavori in commissione».
Ferma la protesta delle opposizioni. «Se verrà  messa la fiducia – ha detto la capogruppo dei senatori del Pd Anna Finocchiaro – la manovra rischia di essere esaminata solo dalla commissione Bilancio del Senato e cioè da una sola camera. Un fatto molto grave. Si tratta di un provvedimento da 43 miliardi di euro che noi riteniamo ingiusto e iniquo».

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