Meno di mille morti «bianche», ma più donne e poca occupazione

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 Nel 2010 sono diminuiti gli incidenti sul lavoro, ma anche perché – purtroppo – è diminuita la gente al lavoro. Agricoltura e industria meglio che in altri settori. L’anno scorso, il numero dei decessi è sceso comunque per la prima volta sotto la soglia dei mille: sono stati 980, registrando un calo del 6,9% rispetto ai 1.053 del 2009 e toccando un nuovo minimo storico dal dopoguerra (riferimento per le statistiche). In diminuzione anche gli infortuni nel complesso: lo scorso anno sono stati 775 mila (775.374 per la precisione) in calo dell’1,9% rispetto ai 790.112 del 2009. I dati sono stati resi noti dal rapporto annuale dell’Inail, presentato alla Camera.

Un fatto di «straordinaria rilevanza», ha commentato il presidente dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, Marco Fabio Sartori, che nella relazione evidenzia come «solo 10 anni fa gli infortuni erano oltre 1 milione (1.030.000) e ben 1.452 i casi mortali». Sartori parla di «miglioramento ormai strutturale dell’andamento infortunistico in Italia», anche il 2011 è cominciato malissimo. Eppoi, è davvero una tendenza? «Per la prima volta – commenta Antonio Boccuzzi, deputato Pd in commissione Lavoro della Camera – si è scesi sotto la soglia dei mille morti sul lavoro. Un risultato, quello che emerge dai dati Inail, certamente apprezzabile, ma che va valutato nel suo insieme. Quanto ha inciso la crisi economica su questo risultato? E’ indispensabile per una corretta stima tenere conto di quanti hanno perso il posto di lavoro, dei lavoratori in cassa integrazione e di quelli posti in mobilità . Sono fattori che sicuramente hanno influenzato il miglioramento».
Intanto, un dato specifico: nel 2010 sono diminuiti infortuni e casi mortali sul lavoro esclusivamente per gli uomini: per le donne, infatti, i casi sono in aumento. In particolare, lo scorso anno si è registrata una diminuzione, per gli uomini, degli infortuni nel complesso pari al 2,9% (da oltre 545 mila a 529 mila) rispetto al 2009 e dell’8,2% per i casi mortali (da 981 a 901). In leggera crescita invece gli infortuni per le donne: un migliaio in più quelli in complesso (+0,4% rispetto al 2009, da 244 mila a 245 mila) e 7 vittime lavoratrici in più (da 72 a 79), con un incremento percentuale, sempre sul 2009, del 9,7%; metà  dei decessi femminili è avvenuto in itinere.
A fronte della sostanziale stabilità  del numero di lavoratori stranieri assicurati all’Inail, il 2010 è stato un anno peggiore del precedente (dai 119.240 infortuni del 2009 ai 120.135 del 2010, +0,8%). All’incremento ha contribuito in maniera significativa la componente femminile (+6,8% gli incidenti contro il -1,2% dei maschi), circostanza – viene evidenziato – legata alla progressiva e continua crescita numerica di colf e badanti straniere (soprattutto dell’Est europeo) che lavorano nel nostro Paese. Migliore la situazione per i casi mortali, che nel complesso tra gli stranieri continuano a diminuire (dai 144 del 2009 ai 138 del 2010, -4,2%). Ma ancora con una differenza, che pure va rapportata ai numeri in assoluto: -9,7% i decessi tra gli uomini (da 134 a 121), +70% (da 10 a 17) per le donne. 980 decessi
I casi del 2010 registrano un calo del 6,9% rispetto ai 1.053 del 2009, secondo Inail, in calo anche gli infortuni.
Meglio in agricoltura e nell’industria


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