Missioni, i tagli della Lega duemila uomini e 120 milioni

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ROMA – Oltre 2mila uomini e circa 120 milioni di euro in meno. Nonostante le schermaglie della vigilia, c’è l’intesa sui tagli dei costi e dei soldati impegnati all’estero nel secondo semestre 2011 e il decreto legge per il rifinanziamento delle missioni internazionali viene approvato all’unanimità . Soddisfatti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro della Difesa Ignazio La Russa e soddisfatta pure la Lega che giovedì aveva minacciato il suo veto. Molto rumore per nulla, verrebbe da dire. Se non fosse che poi interviene il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a gelare il Carroccio e a sparigliare nuovamente le carte con un “no” secco a ritiri unilaterali.
In Consiglio dei Ministri il decreto arriva fuorisacco e, a sorpresa, viene approvato all’unanimità . «Ferme restando tutte le missioni, il costo complessivo dal primo al secondo trimestre scende da 811 a 694 milioni, un risparmio di quasi 120 milioni di euro», spiega poi in conferenza stampa La Russa. In Libano il risparmio è di 10 milioni perché 600 italiani saranno sostituiti dai ghanesi. Bloccato il sostegno italiano alle missioni in Congo e in Georgia. Ridotti costi e uomini nei Balcani, in Iraq, Somalia e Uganda.
Ma è in Libia che le spese sono più che dimezzate: il contingente diminuisce di 884 uomini e i costi dai 142 milioni di euro spesi nei primi tre mesi scendono ai 58 milioni previsti da luglio a settembre. Un dimezzamento ottenuto facendo rientrare la portaerei Garibaldi, con i suoi tre aerei e una nave impegnata in attività  anti-terrorismo. I costi aumentano solo in Afghanistan: 15 milioni in più per garantire «maggiore sicurezza ai nostri soldati».
In realtà , a ben guardare, il costo complessivo delle operazioni all’estero nel 2011 supererà  di poco il miliardo e mezzo di euro già  stanziato l’anno scorso. Si dice che i soldati autorizzati a operare all’estero saranno 7172 contro i 9250 del primo semestre, ma i tagli sono ottenuti grazie a un espediente: la cifra iniziale viene gonfiata contando anche i 1970 uomini coinvolti nelle operazioni libiche che in realtà  operano da basi italiane.
Il leader leghista Umberto Bossi esulta comunque: «Grazie alla Lega qualche migliaio di ragazzi tornerà  a casa, saranno contenti i genitori». Anche il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli si compiace e, in conferenza stampa con La Russa, conferma le indiscrezioni: in cambio del via libera al provvedimento, la Lega incasserà  «risorse per la protezione civile per l’intervento umanitario e per il controllo delle coste per contrastare l’immigrazione clandestina della Tunisia».
A frenare gli entusiasmi interviene nel tardo pomeriggio Napolitano: non ci possono essere «decisioni o ritiri unilaterali» dell’Italia dalle missioni internazionali. La riduzione dei contingenti dall’estero – prosegue – è solo «un’ipotesi», perché diventino «decisioni effettive» si deve procedere «di concerto con gli organismi internazionali e con le Nazioni Unite». Il ministro degli Interni leghista Roberto Maroni però insiste: «il testo ci sembra soddisfacente». E «nessun commento» sulle parole di Napolitano. Anche la Nato si fa sentire. «L’Italia è un forte alleato. Continueremo a contare sul suo supporto», dice Oana Lungescu portavoce dell’organizzazione atlantica.


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