Nigeria, nelle mani dei pirati mercantile di Torre del Greco

by Sergio Segio | 25 Luglio 2011 8:50

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NAPOLI – Pirateria lampo e pirateria a tavolino, sequestri che durano poche ore fruttando un bottino immediato e rapimenti di mesi che riducono allo stremo gli equipaggi. Due modalità  di assalto via mare che finora hanno toccato 2000 navi di tutte le marinerie del mondo. Tra le più colpite, quella di Napoli e di Torre del Greco, città  vesuviana di antica tradizione nel campo della navigazione. Alle 2.40 di ieri l’allarme automatico della “Anema e Core” della Rbd Armatori Spa di Torre del Greco ha precipitato in un nuovo incubo gli imprenditori del settore e le famiglie dell’equipaggio. Tre pirati che si presume abbiano chiamato i rinforzi per portare via quanto hanno trovato a bordo solo dopo l’assalto – computer, attrezzature, effetti personali dei marinai. Ma sono arrivati da soli per attaccare la nave che trasporta gasolio a sud di Cotonou, nelle acque territoriali della Repubblica del Benin. Si tratta del terzo sequestro di navi campane in pochi mesi: l'”Anema e core” ha seguito le sorti della “Savina Caylyn” e della “Rosalia D’Amato”. Il mercantile torrese porta il nome del locale dello chansonnier di Capri Guido Lembo, che si trova vicino all’albergo La Palma, proprietà  della stessa compagnia di navigazione dei Bottiglieri, Rizzo e De Carlini. Imbarca 23 uomini di equipaggio, di cui venti filippini, un comandante rumeno e due italiani, primo ufficiale e allievo ufficiale, uno ligure di Sarzana e l’altro pugliese.
La “Savina Caylyl” presa l’8 febbraio scorso e la nave degli armatori D’Amato (dal 20 aprile) sono ancora nelle mani dei pirati che ne presero possesso in prossimità  del golfo di Aden. Tre navi e tre equipaggi ostaggio dei banditi. La Farnesina comunica di essere in contatto con la società  armatrice che sta monitorando la situazione nel Golfo della Nigeria grazie alla Capitaneria di porto locale. Ma la compagnia si è chiusa nel silenzio.
Invoca maggiore sicurezza il sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello dopo questo nuovo, duro colpo all’attività  degli armatori: «Siamo la città  con il più alto numero di iscritti nel registro di mare e non possiamo essere così esposti», dice. E invoca «provvedimenti e sinergie di intenti a livello internazionale, affinché siano garantite maggiori sicurezze per i tanti marittimi impegnati in lavori duri e lontani dai propri cari». Poi continua: «Esprimiamo profonda vicinanza a tutto il personale di bordo, in particolare ai nostri connazionali ed alle loro famiglie, e solidarietà  alla compagnia armatrice».

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