Papa ai pm: complotto di Bisignani contro di me

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Una strategia dietro la quale, secondo il parlamentare del Pdl e magistrato in aspettativa (sospeso dal Csm a causa delle sue vicende giudiziarie), ci sarebbe il suo principale coindagato nell’inchiesta sulla cosiddetta P4: Luigi Bisignani. Ma non solo lui: Papa è convinto che la sintonia tra i testimoni che lo accusano sia troppo perfetta per essere vera, e vede in questa concatenazione di elementi anche la possibile vendetta di chi, all’interno del suo stesso schieramento politico, ne aveva mal digerito l’ascesa fino al Parlamento.
Tra le deposizioni che lo inguaiano, raccolte dai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock — entrambi presenti all’interrogatorio insieme con il procuratore aggiunto Francesco Greco — ci sono, per esempio, anche quelle di Alfredo Vito, che Papa ritiene avesse nei suoi confronti motivi di rancore e gelosia per le differenti sorti interne al Pdl. Si baserebbe quindi su una diversa lettura degli elementi contenuti nelle carte dell’inchiesta la linea difensiva adottata dal deputato. Che durante il lungo interrogatorio ha avuto momenti di tensione con i due pubblici ministeri (prima di essere arrestato aveva più volte accusato Woodcock di avercela con lui per l’appartenenza a opposte correnti della magistratura), ma sostanzialmente ha risposto a quasi tutte le domande del gip, a volte anche contro il parere dei difensori, gli avvocati Carlo Di Casola e Giuseppe D’Alise.
Solo di fronte alle contestazioni relative a intercettazioni telefoniche a suo parere non ammissibili ha preferito fare scena muta. Al termine dell’interrogatorio i suoi legali hanno chiesto la scarcerazione o — in subordine— gli arresti domiciliari, e hanno anche presentato al gip un’istanza per ottenere il trasferimento degli atti al Tribunale di Roma, a loro parere competente sulle vicende intorno alle quali ruota l’inchiesta.
Appena rientrato al padiglione Firenze (che poi in serata ha lasciato per essere trasferito in un altro braccio dove ora è rinchiuso non più in una stanza singola ma in una cella con altri detenuti), Papa ha ricevuto la visita del deputato del Pdl Maurizio Paniz, che all’uscita dal carcere ha spiegato di essere venuto «a titolo personale per rispetto e affetto verso un collega in difficoltà . Anche se con lui non avevo uno stretto rapporto, e infatti non abbiamo mai nemmeno bevuto insieme un caffè, ho sentito comunque il bisogno di venire a esprimergli la mia solidarietà » . Nell’incontrare il collega di partito, Papa ha avuto un momento di intensa commozione.


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