Paracadute Bce, tregua su Btp e Borsa

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ROMA — La svolta arriva verso l’ora di pranzo quando Piazza Affari cambia rotta e i titoli di Stato italiani cominciano a recuperare la differenza di rendimento rispetto ai bund tedeschi. Fino ad allora i mercati sono andati in caduta libera, replicando la scena vista il giorno prima: i titoli in Borsa hanno perso fino al 4,7%e lo spread fra i Btp decennali e i Bund di uguale durata ha toccato i 353 punti base, sfiorando la soglia del 6%di rendimento per la prima volta dal 1997.
Una vera disfatta. La speculazione ha sferrato un nuovo più duro attacco. Poi la scena cambia, gradualmente ma velocemente così come rapido era stato il crollo. A far girare il vento è il risultato dell’asta dei Bot: 6,75 miliardi offerti e tutti assegnati senza difficoltà  anche se il rendimento schizza all’insù, passando dal 2,14%al 3,67%. Fino all’ultimo c’è chi ha remato contro: da Londra risuonano i rumors su un possibile annullamento dell’asta prima della chiusura.
La Banca d’Italia, che cura la vendita per conto del Tesoro, smentisce seccamente. E i risultati, nonostante i più alti costi di collocamento, peraltro inferiori alle quotazioni del secondario, fanno tirare un sospiro di sollievo nel ministero di via XX Settembre. «È stata una sorta di stress test per i titoli di Stato che lo hanno passato» , dic e G i u s e p p e Attanà , presidente dei tesorieri di Assiom Forex. Da Bruxelles arriva anche un altro segnale: il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti lascia prima del tempo la riunione dell’Ecofin, per andare «a chiudere il bilancio» dice, informando così i mercati che sulla manovra il governo vuole fare il prima possibile per approvarla.
 Silvio Berlusconi poi, rompe il silenzio e interviene addirittura due volte dopo aver sentito il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, sui conti pubblici e sulle banche, da tre giorni bersagliate dalla speculazione. Si materializza, anche se in assenza di conferme ufficiali, un intervento della Bce per sostenere i titoli italiani, mentre la Banca d’Italia si limita alle operazioni ordinarie. Il clima si rasserena ancora di più anche se resta l’attesa per le decisioni europee sulla crisi della Grecia. E anche se sull’incerto scenario si abbatte la decisione di Moody’s di abbassare il rating sui titoli di Stato dell’Irlanda al livello Ba1, che è quello dei «junk bond» , dei titoli «spazzatura» , lo stesso assegnato pochi giorni fa al Portogallo. E ciò perché forse a fine 2013 l’Irlanda potrebbe avere bisogno di nuovi aiuti. Comunque per l’Italia è una tregua. Tra l’altro la stessa Moody’s in serata precisa che «l’Italia non sta male come l’Irlanda» . E l’Fmi promuove l’impegno dell’Italia a ridurre il deficit sotto il 3%nel 2012. Il differenziale tra i Btp decennali e i Bund tedeschi di uguale durata scende a 332 e quindi si ferma a 285 punti base. Che certo non sono pochi visto che ad inizio anno lo spread viaggiava sui 180 punti base. E visto che supera solo di 30 punti base il differenziale della Spagna che è l’altro paese sotto attacco. L’Euro riprende fiato risalendo a 1,40 sul dollaro.
La performance della Borsa è ancora più netta: i titoli bancari crollati ad inizio seduta, riprendono slancio e chiudono in guadagno, spingendo in positivo dell’ 1,18%la chiusura di Piazza Affari. Così il titolo Unicredit, che è scivolato in mattinata del 7%, recupera e sale del 5,89%, Monte dei Paschi, sceso di oltre il 2%, guadagna il 5,20%e Intesa SanPaolo, calata del 4%, sale del 3,34%. Milano fa addirittura meglio delle altre Borse europee che chiudono un’altra giornata in negativo: Londra perde l’ 1,02%, Parigi lo 0,89%e Francoforte lo 0,78%.


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ROMA — I soldi non ci sono. E anche se ci fossero non sarebbero per i giovani. Nemmeno per permettergli di comprarsi una casa, soprattutto se il loro lavoro non è “per sempre”. Eppure dallo scorso anno esiste un fondo di garanzia di 50 milioni di euro varato dall’allora ministro per la Gioventù, Giorgia Meloni – destinato a under 35, coppie sposate, conviventi o single purché con figli minori, con un reddito massimo Isee (indicatore della situazione economica equivalente) di 35mila euro (prevalentemente da lavoro precario).

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