“Sul cadavere di Ferrulli nessun segno di pestaggio”

by Sergio Segio | 6 Luglio 2011 6:44

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MILANO – Il decesso di Michele Ferrulli, il facchino di 51 anni morto dopo essere stato fermato giovedì notte dalla polizia nell’estrema periferia est di Milano, non sarebbe stato provocato da percosse. L’autopsia eseguita ieri sul corpo dell’uomo non ha evidenziato nessuna lesione interna né segni evidenti di un pestaggio. Il trauma cranico e le dieci fratture individuate sul torace, secondo i medici legali, potrebbero essere compatibili con il massaggio cardiaco eseguito sul posto dal 118 in un estremo tentativo di salvargli la vita. «L’autopsia conferma la totale estraneità  dei miei assistiti – dice Massimo Pellicciotta, legale dei poliziotti – auspico che la procura chieda l’archiviazione al più presto». Pronta alla battaglia, invece, l’avvocato della famiglia Ferrulli, Fiaba Lovati: «Querelerò comunque gli agenti per lesioni gravi, quelle al cranio sono due crepe. Le perdite di sangue sono segno inequivocabile di botte. Senza, Ferrulli sarebbe sopravvissuto». La causa della morte sarebbe un’insufficienza cardiaca per l’agitazione durante l’arresto.
Oggi i quattro agenti verranno interrogati dal pm Gaetano Ruta, che coordina le indagini, per ricostruire gli 86 minuti che vanno dall’arrivo in via Varsavia della prima volante, alle 22, al decesso in ospedale, alle 23.26. Nella relazione di servizio consegnata in questura gli agenti parlano di Ferrulli e dei due romeni che incontrano, come persone «alterate, palesemente ubriache», con l’italiano che «assume un atteggiamento ostile» con «insulti e minacce», che «cerca in più occasioni di ridurre la distanza di sicurezza con gli operatori». Ferrulli, «improvvisamente e senza apparente giustificazione cerca di colpire alle spalle» il poliziotto, ma il secondo «riesce con prontezza a contenere il colpo bloccandolo per il braccio». Nella ricostruzione, «la perdita di equilibrio di tutto il gruppo fa cadere rovinosamente a terra Ferrulli e tutti gli agenti». Solo con tre paia di manette «viene bloccata definitivamente la sua resistenza». Poi il fermato dice di «sentirsi male, lamenta un forte dolore al petto». Gli agenti notano «un colorito cianotico», «provvedono immediatamente a liberarlo dalla presa e a prestare soccorso». Si eseguono «massaggio cardiaco e intubazione». Ma Ferrulli «sembra avviato a lento aggravamento». Trasferito in codice rosso all’ospedale di San Donato, vi giunge già  morto.
Per scoprire cosa lo ha ucciso, saranno necessari gli esiti degli esami istologici. Ieri la figlia Domenica, il marito Francesco e l’avvocato hanno rivisto, ingrandite, le immagini recuperate da un iphone, riprese dall’interno di un’automobile. «Due donne e due bambini urlano quando si vede un agente che colpisce con il manganello almeno sei volte Michele, tra il collo e la nuca, mentre è a terra inerme» dice l’avvocato Fiaba Lovati. «In precedenza un agente gli ha dato quattro pugni in testa», dice Francesco. Venerdì amici e familiari scenderanno in strada, in via del Turchino, per una “fiaccolata per la verità “. Forse ci sarà  anche la mamma di Stefano Cucchi, che ha contattato la famiglia per esprimere solidarietà  e vicinanza.

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