Radar anti-sbarchi, il solito Pd

Loading

 CAGLIARI. In Sardegna la guerra dei radar spacca il Pd. La Guardia di finanza vorrebbe installare quattro impianti di rilevamento lungo la costa occidentale dell’isola per tenere sotto controllo i flussi migratori via mare dal nord Africa.

Un radar dovrebbe essere piazzato a Tresnuraghes, un piccolo centro in provincia di Oristano; gli altri all’Argentiera (Sassari), a Capo Pecora (nel Sulcis) e a Capo Sperone (Cagliari). Ma la gente non li vuole. Il sindaco di Tresnuraghes, Antonio Cinellu (Pd), è ricorso al Tar, che ha concesso una sospensiva. Ma subito dopo la sentenza un suo compagno di partito, il senatore Antonello Cabras, è andato controcorrente e ha detto che i radar non creano problemi al paesaggio né sono dannosi per la salute. Per tutta risposta, Cinellu ha dettato alle agenzie un comunicato dai toni tutt’altro che concilianti. «Il senatore Cabras – dice Cinellu – è stato l’unico esponete del Pd sardo a non firmare le varie interrogazioni presentate in parlamento sull’argomento. Non vorrei che la spiegazione di questo suo comportamento fosse tutta nella ventilata nomina dello stesso Cabras a presidente dello special group dei parlamentari italiani membri del Patto atlantico, di cui Cabras è membro». Proprio le dichiarazioni a favore dell’installazione dei radar rese da Cabras durante la riunione di questo organismo, che si è svolta a La Maddalena ai primi della settimana scorsa, hanno alimentato la polemica. «L’ingegner Cabras – chiede il sindaco di Tresnuraghes – ha valutato con cognizione di causa i reali danni dei radar sulla salute? E lo scempio ambientale? E le conseguenze negative sul turismo?».
Contro Cabras anche un pezzo da novanta del Pd sardo, il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, rieletto un anno fa alla guida dell’amministrazione comunale con una percentuale altissima, il sessanta per cento. «Il radar – dice Ganau – si insedierebbe in un sito tra i più importanti dal punto di vista naturalistico dell’intera Sardegna. È indecente. Siamo pronti a intervenire anche per vie legali».
Cabras ieri ha risposto. Così: «La pericolosità  dei radar per la salute è presunta, non è mai stata dimostrata scientificamente. I luoghi prescelti per l’installazione rispondono esclusivamente all’esigenza di coprire lo spazio da monitorare. Ma poiché sono possibili gli stessi risultati, prevedendo siti e modalità  di installazioni differenti, è auspicabile e opportuno si concordino le soluzioni con le amministrazioni locali». «La sicurezza delle frontiere nazionali ed europee – aggiunge Cabras – è un obbligo al quale non ci si deve sottrarre».
Ai primi di giugno contro l’installazione dei radar s’è tenuta una manifestazione organizzata dai sindaci dei quattro comuni sui cui territori dovrebbero essere piazzati gli apparecchi di rilevamento: Sassari, Sant’Antioco, Fluminimaggiore e Tresnuraghes. Ma è forte anche la mobilitazione dal basso. Sono nati comitati territoriali «No radar» che, per evitare l’apertura dei cantieri, da giorni presidiano le aree indicate dalla Guardia di finanza, e diverse associazioni hanno inscenato sit-in di protesta. A fine maggio una manifestazione si è tenuta a Cagliari in concomitanza con un vertice tra prefetti e rappresentanti dei comuni. Il fronte del no ha riunito centinaia di manifestanti, arrivati a Cagliari da tutta l’isola senza bandiere di partito, solo striscioni e cartelli no-radar. «Diciamo un no assoluto a nuove servitù militari, è un progetto dannoso per la salute umana e per l’ecosistema – dice Vianella Mameli, del comitato di Capo Pecora – I radar emettono un potente fascio elettromagnetico dannoso per la salute e verrebbero piazzati in aree dall’elevato valore ambientale e naturalistico». E anche sul web cresce la mobilitazione contro l’installazione delle postazioni anti immigrazione, in particolare contro i progetti a Capo Pecora a Capo Sperone. Su Facebook è stato attivato il gruppo aperto «No radar Capo Pecora», dove sono stati postati i comunicati del comitato spontaneo e le immagini sulla mobilitazione delle scorse settimane in tutta la Sardegna. Un sito on line – noradarcaposperone.blogspot.com – è stato dedicato alla protesta contro il radar a Sant’Antioco.


Related Articles

Il Consiglio d’Europa bacchetta il linguaggio di politici e media italiani

Loading

E’ “razzista e xenofobo” e “prende di mira neri, africani, rom, romeni, richiedenti asilo e immigrati in generale; in certi casi, alcune dichiarazioni hanno provocato atti di violenza contro questi gruppi”

Navi umanitarie. MSF si ribella al decreto: «Basta porti lontanissimi»

Loading

Il NO di Medici senza frontiere. La sua Geo Barents ha soccorso 73 persone, il porto assegnato è lontano 1.500 chilometri e 4 giorni. Stessa situazione per Ocean Viking, che protesta ma poi si mette in navigazione

Migranti. Muore bruciato nella sua baracca Mohamed Ben Ali

Loading

Puglia. Nel ghetto di Borgo Mezzanone (Foggia). L’uomo, 37 anni, era originario del Chad

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment