by Sergio Segio | 19 Luglio 2011 7:28
ROMA – «No ticket». Si allarga il fronte delle Regioni che dicono «no» al pagamento aggiuntivo di 10 euro per la specialistica e la diagnostica e di 25 per i «codici bianchi» di pronto soccorso e l’Italia si spacca in due. Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria, Val d’Aosta, Trentino Alto Adige (solo per i codici bianchi e non per la specialistica), Emilia Romagna, e Sardegna stanno facendo il tutto per tutto per non far gravare il nuovo balzello sui cittadini. Il presidente dell’Abruzzo Chiodi ha deciso per un momentaneo il «congelamento». Nel frattempo si continuano a fare i conti della manovra: secondo la Cgia di Mestre porterà la pressione fiscale nel 2014 al 44,1 per cento. La «voce.info» dice che la manovra da 48 miliardi è «recessiva». Mentre le opposizioni vanno all’attacco: «Governo non credibile, bisogna andare al voto», ha detto il segretario del Pd Bersani.
In un clima di confusione e di malumore il nuovo ticket è comunque da ieri un’amara realtà in un nutrito gruppo di Regioni: Basilicata, Liguria, Lombardia, Calabria e Campania. A queste si aggiungono il Lazio (dove gli adeguamenti sono partiti a macchia di leopardo solo in alcune Asl e la Polverini ha annunciato che eleverà le soglie di esenzione) e la Puglia dove il pagamento scatta da oggi. Contraria la Regione Marche che tuttavia ha fatto sapere che per legge sarà obbligata da oggi a dare «attuazione alle disposizioni statali» ma che si riserva, in seguito, di rimborsare i cittadini.
La prima a partire ieri è stata la Basilicata, unica Regione a non avere il ticket per il pronto soccorso, dove la riscossione è cominciata regolarmente, con qualche lamentela dei cittadini. Ticket al via anche in Liguria dove i cittadini da ieri arrivano a pagare fino a 50 euro per gli esami del sangue, stante il ticket esistente che può arrivare a 36,12 euro. Anche in Lombardia il ticket è da ieri aggiornato in automatico ai nuovi importi, in tutti gli ospedali: la Lombardia ha fatto sapere tuttavia che sta già lavorando per trovare un sistema per compensare l’aggravio, e non lasciarlo a carico dei cittadini. Le norme prevedono infatti che le Regioni possano far fronte con altri risparmi alternativi all’imposizione del ticket: una operazione di non semplice attuazione. Tirate le somme, tra ticket regionali e nazionali, cominciano a diventare competitivi, limitatamente ad alcuni accertamenti, i costi della sanità privata. E la prossima settimana è già stata convocata la riunione delle Regioni per esaminare la questione alla presenza del ministro della Sanità Fazio.
I sindacati alzano i toni: il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha invitato il governo a «congelare» il ticket sanitario, mentre la Cgil ha definito «positiva» l’azione delle Regioni che hanno bloccato l’applicazione della compartecipazione e ha chiesto l’«abolizione».
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