Tutto il bello del piccolo

by Sergio Segio | 29 Luglio 2011 6:58

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Consigliere poi dei governi della Birmania e dello Zambia, infine in India si è occupato di lavoro e disoccupazione. Queste ultime esperienze hanno cambiato l’esperto di carbone nel guru delle tecnologie intermedie, né primitive né supertecnologiche, mentre il buddismo e il pensiero nonviolento di Gandhi lo hanno aiutato a capire il fallimento dell’economia classica e a concepire un’economia di scala, solidale ed eco-compatibile, animata dallo spirito di comunità : una filosofia opposta al gigantismo dei progetti di sviluppo. I principi di massimo benessere con il minimo consumo, risorse locali per soddisfare bisogni locali, tecnologie intermedie sono per Schumacher alla base di alternative e soluzioni pratiche in grado di soddisfare i bisogni delle persone e dell’ambiente. La dimensione locale è dunque la cifra di “Piccolo è bello”. Lo spiega bene Leopold Kohr, economista e filosofo: limitare lo spazio riporta a una dimensione umana viva e partecipata, antidoto al gigantismo contemporaneo, distruttivo e ingestibile. L’azione politica inizia dal luogo in cui si vive, spazio dei conflitti e delle alternative, con azioni su scala umana e una vita di relazioni densa di umori e sapori.
Ridurre le dimensioni, per poterle gestire bene, e mettere al centro la vita quotidiana dei cittadini e l’equilibrio degli ecosistemi è l’anima delle piccole opere, base a loro volta di grandi opere di trasformazione dell’economia a livello nazionale. Restaurare, pulire, aggiustare, riparare, riciclare, depurare… L’elenco di ciò che possono fare localmente amministratori e società  civile è lungo, cominciando dalla cura del territorio rispettandone le vocazioni. Coltivare orti e giardini, rendere belli gli spazi pubblici. Ricreare microclimi e paesaggi. Riportare i fiumi negli alvei antichi, costruire aree di esondazione. Proteggere le sorgenti e le falde. Piantare alberi che aiutino il terreno a non franare – robinie e ginestre, ad esempio – e ripristinare i terrazzamenti. Raccogliere l’acqua piovana, restaurare fontane e antiche modalità  di drenaggio. Conoscere il ciclo dell’acqua.
Dare regole ecologiche per costruire, recuperare edifici abbandonati, restaurare borghi, mettere in sicurezza e pulire le scuole, risanare case e palazzi per un risparmio energetico. Costruire in modo sostenibile usando materiali adatti e locali, trasformare le case in centrali di energia. Depurare le acque reflue con le piante. Creare un ciclo dei rifiuti virtuoso. Mantenere efficienti strade, ponti, edifici. Puntare sull’energia da fonti rinnovabili, scegliendo le più adatte per il paesaggio e per le opportunità  naturali. Sperimentare un’altra mobilità : bicicletta, treni locali, imbarcazioni, mezzi pubblici. Tornare a camminare, a usare anche cavalli e asini. Sostenere le piccole imprese agricole e il passaggio alla coltivazione organica, i mercati e il commercio locale. Formare giardinieri, ortolani e artigiani. Riscoprire antichi mestieri. Ritrovare la memoria e lo spirito del luogo.

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