Un uomo ammanettato muore durante un «controllo» di polizia

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 Chi non lo conosce, di Michele Ferrulli, 51 anni, può pensare quello che vuole. Che è la solita testa calda, che quando beve si lascia un po’ andare, oppure che deve essere un poco di buono perché ha già  avuto a che fare con la giustizia, con i carabinieri precisamente, perché un giorno lo volevano sbattere fuori di casa (Michele però si batteva anche per la casa degli altri, dando una mano a un comitato inquilini delle case popolari). Chi lo conosce bene, invece, e sono gli amici e i vicini di casa di via del Turchino, zona Ortomercato, la classica periferia «difficile», dice che era un uomo buono e che non ha mai fatto del male a nessuno.

Sono disperati e minacciosi, ce l’hanno col mondo, con «gli sbirri», con i giornalisti soprattutto. Qualche taccuino vola in mezzo alla strada ma in casi come questi bisogna avere pazienza e comprensione. Perché Michele Ferrulli adesso è morto e comunque andranno a finire le indagini – la procura di Milano sta indagando per omicidio preterintenzionale – «non si può morire così». Tra le mani della polizia, con il cuore che scoppia per un controllo di routine. Schiamazzi notturni, un’ultima bevuta e un po’ di musica da un furgone che aveva infastidito qualcuno.
La questura di Milano non vuol sentir parlare di morte sospetta. «Diamo per certo che non è stato picchiato». I familiari di Michele Ferrulli, invece, moglie e due figli, parlano apertamente di pestaggio. Si sono affidati all’avvocato Fiaba Lovati: «La vittima era ammanettata ed è stata colpita sulla testa a mani nude». Un’affermazione che potrebbe essere confermata, o smentita, da un video ripreso da «una fonte confidenziale» che si trova già  sulla scrivania del pm Gaetano Ruta. Secondo la legale si tratterebbe di una ripresa molto più nitida di quella mandata in onda ieri dal Tg1, dove si vede un uomo per terra ma non l’eventuale pestaggio che avrebbe potuto causarne la morte. La squadra mobile di Milano sarebbe in possesso anche di alcune immagini filmate dalle telecamere di una farmacia vicina.
Secondo la versione di via Fatebenefratelli, Michele Ferrulli era il più esagitato di un gruppetto di cinque-sei persone che giovedì sera alle 23 stavano litigando in via Varsavia (gli amici invece sostengono che lui stava solo cercando di separare due persone che stavano venendo alle mani). I poliziotti ammettono di aver faticato parecchio per immobilizzare l’uomo di «corporatura robusta» (malato di diabete e cardiopatico) che si sarebbe opposto a un «semplice controllo» arrivando a minacciare fisicamente un agente di polizia. Il suo cuore ha smesso di battere dopo la colluttazione necessaria per infilargli un paio di manette. Trasportato in ospedale, Ferrulli è morto poco dopo il ricovero al Policlinico San Donato. Il referto medico è stato immediatamente reso noto dalla polizia. Gli unici segni evidenti sarebbero delle lesioni ai polsi, mentre non sarebbero stati riscontrati traumi o ematomi tali da far pensare a un violento pestaggio: «Collo e volto risultano indenni».
Stando così le cose, solo il video in possesso del legale della famiglia Ferrulli dirà  se l’uomo è morto in seguito alle percosse subite o per un malore dovuto a un fermo di polizia un po’ troppo concitato.


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