Addio ai piaceri della carne Bill Clinton diventa «vegano»

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NEW YORK — Non ci ha ripensato, come l’attrice Angelina Jolie che è tornata alla bistecca. Nessuna ricaduta nei piaceri della carne (almeno nel senso del barbecue).
A 65 anni compiuti l’altro ieri, Bill Clinton ha tagliato anche quel poco di pesce che si concedeva un anno fa, quando si aggirava tra gli invitati al matrimonio della figlia Chelsea (vegana convinta) predicando le virtù della cucina vegetariana. Un altro passo: l’ex presidente si è proclamato per la prima volta «vegano» (niente uova, latticini, pochissimo olio) nell’intervistona tv con il dottor Sanjay Gupta, il chirurgo star della Cnn passato nel giro di una settimana dalle pance vuote della Somalia al frigorifero pieno di casa Clinton. Che ormai contiene solo vegetali: verdura, frutta, piselli, latte di mandorla. «Mi piacciono le cose che mangio oggi», dice lui proclamando di essere più in forma che mai: «Gli esami del sangue sono buoni, ho perso altri dieci chili. Che ci crediate o no sento di avere più energia». L’obiettivo personale è tornare a 84 chili, il suo peso a 13 anni. E poi c’è la campagna della Clinton Foundation per promuovere un’alimentazione più sana in 12 mila scuole.
È una questione di cuore più che di linea (anzi, se è per questo, su Internet c’è chi trova il Clinton più asciutto anche più brutto). Nel 2004, a 58 anni, gli hanno messo quattro bypass. «Sono stato fortunato, potevo morire d’infarto», ha detto Clinton al dottor Gupta. Dopo l’intervento ha seguito la cosiddetta dieta South Beach (che fa differenza tra grassi «buoni» e «cattivi») ma i problemi di cuore non sono finiti. L’anno scorso, di ritorno da una missione nella terremotata Haiti, Bill si è dovuto sottoporre a un’altra operazione: servivano due stent per aprire una delle solite vene che era diventata «molto brutta». A quel punto «ho capito che stavo giocando alla roulette russa. Dovevo passare a un cambiamento radicale».
Da solo forse non ce l’avrebbe fatta. Clinton adora gli hamburger, il pollo fritto, le patatine unte e bisunte. Una volta nel New Hampshire in campagna elettorale lo beccarono mentre si sbafava una dozzina di doughnuts. Durante il jogging con le guardie del corpo era capace di fare una sosta per rifiatare (però da McDonald’s).
Cosa è cambiato? Nella svolta vegana ha giocato la paura di restarci secco. E il pungolo della figlia Chelsea: voleva un padre che la portasse all’altare un po’ meno gonfio. E poi il pressing dei medici che Hillary gli aveva già  messo alle costole (allo stomaco) quando arrivarono alla Casa Bianca nel ’93. Già  allora Dean Ornish, direttore dell’Istituto di Medicina Preventiva a Sausalito, California, cominciò a introdurre in cucina — tra la panna e gli hamburger — un po’ di tofu, qualche salmone con le verdure. Impresa dura: a un check-up nel 1999 si scoprì che Bill era aumentato di 10 chili rispetto a due anni prima.
Uscì dalla Casa Bianca nel 2001 e non smise di ingrassare. Nella sua voracità  c’era anche l’alibi del fatalismo (storia familiare di deboli coronarie). Ornish ricorda di avergli parlato a muso duro l’anno scorso: «Devi capire che i tuoi geni non indicano necessariamente il tuo destino». Alla svolta «solo vegetale» ha contribuito anche il dottor Caldwell Esseistyn, che dirige il programma di prevenzione cardiovascolare al Cleveland Clinic Wellness Institute.
E se alla fine dell’anno prossimo Hillary si ritirerà  davvero dalla politica, dopo quattro anni in giro per il mondo come Segretario di Stato, Bill avrà  una guardiana in più (forse) a controllargli il frigo.


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