Addizionale Irpef sopra 75mila euro una tantum sui redditi oltre 90mila

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ROMA – Contributo di solidarietà , pensioni, ticket, Iva, tasse su obbligazioni e capital gain. Nella bagarre politica, e nello scontro seguito all’intervento del ministro dell’Economia in Parlamento che ha frenato su un eventuale ulteriore taglio agli stipendi dei dipendenti, si avvicina al bersaglio la caccia ai 20 miliardi per il decreto di Ferragosto.
Si fa ormai concreta l’ipotesi di un intervento speciale sui redditi più alti. Lo stesso Tremonti ha evocato in Parlamento un “contributo di solidarietà ” che, sul modello di una sorta di “eurotassa”, consenta all’Italia di recuperare risorse per uscire dall’emergenza. Indiscrezioni, non confermate, parlano di una addizionale Irpef sopra i 75 mila euro (che oggi pagano il 43 per cento) oppure, in alternativa, di una “una tantum” del 5 per cento per i redditi tra 90 mila e 150 mila e del 10 per cento oltre i 150 mila. Meccanismo analogo a quello applicato tempo addietro ai lavoratori del settore pubblico.
Resta aperto anche il fronte della casa: da una parte si parla di anticipare al 2012 l’Imu sul possesso, la nuova imposta municipale che grava sulla seconda casa e che ingloberà  Ici e Irpef. La misura darà  ossigeno ai Comuni che potranno portare l’aliquota fino al 10,6 per mille (oggi in media è al 6 per mille). Non è completamente escluso, tuttavia, un intervento anche sulla prima casa: il Tesoro lavorerebbe al ripristino dell’Ici abolita nel 2008. Ma naturalmente su questa ipotesi esiste un forte braccio di ferro all’interno dell’esecutivo.
L’altro tema sul quale potrebbe essere raggiunta la convergenza, tra l’altro esplicitamente richiesto dalla Bce, è quello delle pensioni di anzianità . Sul tavolo c’è la proposta di “quota 100” (65 anni più 35 di contributi) nel 2015, attraverso un percorso serrato a cadenza annuale. Ma nelle ultime ore sta conquistando più consensi la riedizione del meccanismo dello “scalone” di Marroni: dall’attuale “quota 96” (max 61 anni di età ) si passerebbe con un salto dell’età  anagrafica a 63 anni nel 2012. Sarebbe salvaguardata la “libera uscita” con 40 anni di contributi.
In grande movimento il fronte della sanità , dove la parola d’ordine è ticket. Anche se l’ipotesi vede il malumore della Lega avanza il modello svedese di compartecipazione: il ticket di 10 euro sui ricoveri e degenza potrebbe essere applicato oltre i 10 giorni e spunta anche un ticket sul medico di famiglia, anche questo di 10 euro. Al tempo stesso si punta ad uno sfoltimento della platea degli esenti: oggi sono il 45 per cento e beneficiano del 65 per cento della spesa.
Piatto forte dell’intervento anche la tassazione delle rendite finanziarie, confermata da Tremonti ieri in Parlamento. La misura dovrebbe dare un gettito di circa un miliardo e non investire Bot, Cct e Btp che rimarranno – come confermato dal ministro dell’Economia – al 12,5%. Tutte le rendite finanziarie saranno uniformate al 20%, di conseguenza saliranno le tasse sui capital gain, sulle obbligazioni e sui fondi comuni d’investimento, oggi al 12,5%. Si pagherà  meno invece su depositi in conto corrente e buoni postali, oggi al 27,5%. Sul fronte del risparmio, inoltre, rischia di essere anticipata al 2012 la scalettatura dell’aumento del costo dei bolli sui dossier titoli. L’ultima versione della manovra da 48 miliardi ha evitato l’aumento solo per i patrimoni sotto i 50 mila euro e ha previsto per il 2013 l’aumento per chi ha tra i 150 e i 500 mila euro. E’ possibile che si anticipi al 2012.
Alla caccia disperata di risorse il governo non rinuncia a nulla: dall’aumento dell’Iva (favorevole Berlusconi, contrario Tremonti, e l’avrebbe spuntata quest’ultimo), ai 15 miliardi di infrastrutture che potrebbero essere sbloccati con norme procedurali. Ma è l’Iva il boccone più goloso: l’aumento di un punto porterebbe 9 miliardi cash (al netto dei beni di prima necessità ), impatterebbe su una economia ormai in agonia (il terzo trimestre segnerà  una crescita negativa) e dunque paradossalmente non avrebbe impatto inflazionistico.


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