Bagnasco rilancia il partito dei cattolici per il dopo-Silvio

Loading

Le parole sono misurate e felpate, ma l’occasione e il pulpito solenni: l’omelia per la festa di san Lorenzo – ucciso dai romani perché «rifiutò di consegnare i beni della Chiesa» all’imperatore Valeriano, ci tiene a puntualizzare subito il presidente della Cei – pronunciata ieri nella cattedrale di Genova, città  di cui Bagnasco è arcivescovo. C’è il richiamo alla moralità  per la classe politica, ma in nome dei valori cattolici perché, dice il presidente della Cei, «è nella dimensione religiosa che l’uomo può trovare di fatto il fondamento ultimo dei riferimenti etici universali. Senza una radice trascendente, dove possono poggiare le leggi morali che illuminano l’agire dei singoli, delle istituzioni e della società ?» Insomma sono le gerarchie ecclesiastiche, depositarie delle verità  di fede, a dover indicare la direzione, anche alla politica. «I cristiani – prosegue – hanno un apporto originale e necessario da portare alla vita sociale e politica: essi hanno l’onore e l’onere di ricordare a tutti chi è l’uomo, quali sono i suoi principi costitutivi, la necessità  dell’etica, il suo fondamento trascendente, la via aurea dell’autentica giustizia e del bene comune».
Ma non basta «ricordare», occorre anche guidare. Serve allora il partito cattolico. Il patrimonio di valori ed esperienze dei cattolici «non può essere dilapidato da nessuno, né dissolto per ignavia o per utopistiche sintesi e contaminazioni», continua Bagnasco, forse pensando a quelli che militano a sinistra. «Le molteplici aggregazioni laicali cattoliche o ispirate cristianamente, le parrocchie e molte altre realtà , sono un popolo sempre più attento alla vita sociale e politica, anche se nell’agone pubblico vengono a volte liquidate come minoranze sparute e smarrite. Ma così non è e non sarà », la conclusione profetica, o minacciosa, dell’omelia del presidente della Cei che, non a caso, è intitolata «la sana laicità ». Una formula inventata da papa Ratzinger quando nell’estate del 2005, da poco eletto al soglio pontificio, si recò in visita al Quirinale e avvertì l’allora presidente Ciampi che la laicità  gradita al Vaticano doveva essere «sana», ossia doveva tener conto dei valori cattolici, per l’occasione ridotti a tre: difesa della vita dal concepimento alla morte, famiglia fondata sul matrimonio, scuola cattolica.
L’affondo di Bagnasco non è né isolato né estemporaneo, ma si colloca all’interno di un percorso che, subito dopo la sconfitta di Berlusconi alle amministrative di maggio, vede impegnati Vaticano, con il segretario di Stato Bertone, e Cei – in concorrenza fra loro – ad animare la riaggregazione di un soggetto politico centrista e cattolico che possa guidare o perlomeno orientare un centrodestra post-berlusconiano.


Related Articles

La tela di Penelope delle liberalizzazioni

Loading

Diciamo la verità : il decreto liberalizzazioni del governo Monti è un’opera incompiuta.

“Renzusconi”: c’è l’accordo, ora si aspetta l’inganno

Loading

“Siamo a una svolta storica, bisogna capire a quale velocità ne usciamo”. Dario Parrini, candidato unico alla segreteria della Toscana e fedelissimo di Matteo Renzi, l’accordo sulla legge elettorale lo commenta così. “In positivo, eh”, aggiunge, con sorriso a 360 gradi.

Incompatibilità : due poltrone per un Profumo

Loading

Perchè l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà  non si è autosospeso dalla carica di presidente dell’Antitrust, ma ha dovuto dimettersi al momento della nomina, mentre il ministro dell’Istruzione Profumo non rinuncia all’ incarico di presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr)?

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment