Crociata del fisco: “Recuperare 11 miliardi”

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ROMA – Vip, proprietari di yacht e gestori di stabilimenti balneari non dormiranno sonni tranquilli quest’estate. Almeno quelli che non sono in regola con il pagamento delle tasse. Saranno loro i più tartassati dal Fisco, che punta a chiudere l’anno in bellezza, recuperando 11 miliardi di euro dalla lotta all’evasione fiscale, quasi un miliardo in più rispetto al 2010 e il triplo rispetto a tre anni fa.
La previsione, forse ottimistica, è formulata dall’Agenzia delle Entrate sulla base dei risultati del primo semestre, e nonostante il decreto Sviluppo impedisca più controlli sullo stesso soggetto nell’arco di sei mesi: «Non poter reiterare il controllo potrebbe rivelarsi positivo», spiega Luigi Magistro, direttore generale dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, «così magari si vanno a controllare anche altri soggetti». In particolare i grandi evasori, quelli che finiranno in questi mesi caldi sotto i riflettori della Guardia di Finanza: circa tremila persone che hanno un giro di affari di oltre cento milioni di euro l’anno. D’altra parte più ricco è l’evasore più ricco è il “bottino” del controllo. Dai grandi evasori dovrebbe arrivare un quarto di quegli 11 miliardi previsti.
E l’estate sembra essere il periodo migliore per i controlli, a iniziare dagli stabilimenti balneari, «dove si registra spesso un’evasione scandalosa» sottolinea Magistro. «Abbiamo iniziato dal litorale romano ma i controlli saranno circa un migliaio in tutta Italia». Per scovare ricconi e vip basta mettersi sulla scia di mega-yacht, case di lusso estive, suv e supercar e il gioco è fatto. Non si spiega come mai le richieste di posti barca siano aumentate del 12,3 per cento, e gli acquisti di imbarcazioni di lusso del 6,7 per cento, sebbene siano meno dell’1 per cento gli italiani che nel 2010 hanno dichiarato un reddito di oltre centomila euro (lo 0,17 per cento oltre i duecentomila). Il sospetto fondato è che questi beni siano spesso intestati a nullatenenti e “poveri” contribuenti.
Vanno poi scovati i villeggianti di lusso, che spesso non registrano i contratti di locazione di ville in località  del calibro di Rapallo, Porto Cervo Porto Rotondo, Capri, Taormina, o comunque li mettono a nome di nullatenenti, prestanome di ricchi imprenditori che in questo modo riescono a evadere le tasse.
D’altra parte l’Italia ha il triste primato di essere il Paese europeo dove si evade di più, con il 54,5 per cento del reddito imponibile non dichiarato, pari a 169 miliardi di euro l’anno. Seguono Romania (42 per cento), Bulgaria ed Estonia (poco meno del 40 per cento). In pole position tra gli evasori sono gli industriali (32,8 per cento), seguiti da bancari (28,3 per cento), commercianti (11,7 per cento), artigiani (10,9 per cento), professionisti (8,9 per cento) e lavoratori dipendenti (7,4 per cento). Il Nord-Ovest è l’area dove si registra il tasso più alto di evasione.
Perplesso Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it, l’Associazione Contribuenti Italiani che con “Lo sportello del Contribuente” monitora il fenomeno dell’evasione fiscale: «Gli accertamenti fiscali da soli non servono per combattere il fenomeno in Italia, dove negli ultimi cinque anni la fedeltà  fiscale è scesa di oltre undici punti percentuali». E in effetti quegli 11 miliardi, se confrontati con i quasi 170 miliardi evasi ogni anno, sembrano gocce nel mare. Gocce di lusso, ma sempre gocce.


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