E Agrigento mette all’asta il logo della Valle dei Templi

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AGRIGENTO – Il suo sogno è avviare la ricostruzione di quel meraviglioso tempio di Zeus, di cui oggi resta solo un campo di rovine, distrutto per la terza volta nel 1750 dal vescovo che lo utilizzò come cava di pietra per costruire un braccio del porto di Porto Empedocle. E il Colosseo “targato” Tod’s gli ha fatto accendere la lampadina. Ecco come provvedere al restauro e alla valorizzazione della Valle dei templi, uno dei gioielli del patrimonio artistico italiano, invidiato da mezzo mondo, visitato da milioni di turisti ogni anno dove, però, i templi vanno inesorabilmente in rovina, i servizi sono assolutamente inadeguati e soprattutto l’inserimento nei circuiti turistici resta una chimera. Il giovane sindaco di Agrigento Marco Zambuto lancia la proposta: cedere la valle dei templi ai privati, “affittare” a tempo il logo a grandi multinazionali, griffe internazionali, per finanziare restauri e gestione di un parco il cui bilancio è sempre in rosso.
«L’idea non è affatto una provocazione – spiega Zambuto – Il brand della Valle dei Templi da cedere ai privati con asta pubblica rappresenterebbe un momento di valorizzazione del territorio ma anche di introito economico. Lo ha già  fatto la Tod’s, sponsorizzando il restauro del Colosseo a Roma. Quella di Diego Della Valle, patron del marchio, è stata un’idea eccezionale. Perché non replicarla anche ad Agrigento?».
La Valle dei templi è un bene della Regione che riesce a stento a mantenere in vita la macchina amministrativa. Il biglietto d’ingresso è di soli 10 euro e non ci sono soldi da investire né sul sito archeologico né sul territorio circostante. Il sindaco non è in grado di quantificare quanto renderebbe la sua idea ma – dice – «la storia della Magna Grecia non ha prezzo». Un recentissimo lavoro dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza stima cifre da capogiro per i brand di monumenti e siti ambientali italiani. Solo per fare qualche cifra, 91 miliardi per il Colosseo, 90 per i Musei vaticani, 82 per il Duomo di Milano. Ma non solo i monumenti; anche ad alcuni tra i più bei paesaggi italiani viene riconosciuto un grande valore legato all’immagine e alla notorietà  internazionale, dai 4 miliardi di euro delle colline del Chianti ai 2 del parco delle Madonie o della Versilia, dal miliardo e mezzo del Salento o della Costa Smeralda al miliardo delle Dolomiti.
Cifre più che sufficienti a risolvere i problemi della Valle dei templi. «Penso ad un’asta pubblica alla quale, sono sicuro, parteciperebbero multinazionali di ogni genere. Penso alla grande casa d’aste “Sotheby’s” che potrebbe gestire per eventi ed iniziative i templi e i santuari della valle. Gli investitori potrebbero anche utilizzare il nostro marchio per firmare le linee dei loro prodotti. E penso soprattutto alla riedificazione del tempio di Giove, il più grande della Valle, sponsorizzata da grandi griffe della moda, come Vuitton o Versace, che potrebbero utilizzarlo durante le loro sfilate o per firmare linee di loro prodotti con il logo della nostra Valle dei templi che ha una storia millenaria ed è patrimonio mondiale dell’umanità ».


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