Fmi: fase pericolosa, rischi in aumento

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MILANO – Da una parte la preoccupazione per i debiti sovrani e la richiesta di «un’azione urgente e decisa per rimuovere le incertezze». Dall’altra l’accento sulla crescita di lungo periodo spiegando che «nel lungo termine la politica monetaria è neutra e quindi gli interventi saranno valutati caso per caso». E se dal meeting di Jackson Hole per Christine Lagarde, direttore generale dei Fondo Monetario Internazionale, l’economia è in una «fase pericolosa», per Jean Claude Trichet, presidente della Bce, servono, prima di tutto «riforme strutturali di ampio respiro». Con buona pace di Fabrizio Saccomanni, dg di Bankitalia, che da Capalbio rilancia: «Le banche centrali devono fornire tutta la liquidità ».
E se tutti concordano sull’intensità  della crisi globale, restano ancora le divergenze sugli strumenti da utilizzare. Di certo per tranquillizzare i mercati serve una decisione rapida e anche per questo motivo, ieri il presidente americano Barack Obama ha telefonato al cancelliere tedesco Angela Merkel, per discutere degli ultimi sviluppi. Su un punto da Jackson Hole sono tutti d’accordo: serve un sostegno alla crescita e alla creazione di posti di lavoro. Proprio quello che ha chiesto Trichet nel suo intervento: riforme strutturali. «Le riforme – ha detto il banchiere – sono lo strumento migliore per garantirsi una crescita equilibrata». E per la Bce non possono prescindere da una nuova regolamentazione che faciliti l’ingresso nel mondo del lavoro e dall’ulteriore sviluppo del mercato unico europeo «soprattutto nel settore dei servizi». Trichet poi mette sull’accento sull’innovazione «vero driver della crescita» e, quindi, insiste per riforme fiscali e pensionistiche che «non scoraggino i lavoratori e incentivino investimenti e innovazione». Il presidente della Bce nel suo intervento non cita mai il debito sovrano e, anzi, parlando di politica monetaria ricorda che nel «lungo periodo è neutra» per cui l’uso di misure «non standard» come l’immissione di liquidità  dipenderà  «da come funziona la trasmissione della politica monetaria e sarà  comunque commisurato al livello di malfunzionamento dei mercati finanziari».
Per certi versi, quindi, quello di Trichet è parso un intervento programmatico, a differenza Christine Lagarde che chiede concretezza: «Gli sviluppi di questa estate indicano che siamo in una fase pericolosa. Gli ostacoli sono chiari. Rischiamo di vedere la fragile ripresa deragliare. Dobbiamo agire ora». Il rischio per la direttrice dell’Fmi è il deteriorarsi della fiducia «a causa di una crescente sensazione che i politici non abbiano la giusta determinazione». Con un obiettivo chiaro: prima risanare i conti poi sviluppare «politiche macroeconomiche che sostengano la crescita». Lanciando un avvertimento alle banche centrali: «La politica monetaria rimanga fortemente accomodante, perché i rischi di recessione controbilanciano quelli di inflazione». Per tranquillizzare i mercati Lagarde ha chiesto all’Europa di ricapitalizzare le banche, anche attraverso fondi pubblici, e agli Usa di alimentare la crescita nel breve: «Dopo tutto – ha concluso – chi può credere che gli impegni a ridurre il deficit possano sopravvivere a una lunga stagnazione con alta disoccupazione e tensione sociale?».


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