Gli hobbit dei Tea Party stoppano Obama (e il partito della spesa)

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  Lo scorso venerdì, dopo che i repubblicani alla Camera avevano quasi fatto cadere la legge sul tetto del debito dello speaker John Boehner, i rappresentanti dei Tea Party sono stati duramente attaccati. Il senatore John Mc-Cain li ha paragonati a degli «hobbit» , e il democratico Chris Van Hollen ha dichiarato che i conservatori che si ispirano a quel movimento sono «inadatti a governare» . Come cambiano le cose nel giro di un weekend. L’accordo sul tetto del debito sembra essere una vittoria dei Tea Party. Prevede tagli alla spesa per mille miliardi di dollari e istituisce una commissione speciale del Congresso che dovrà  tagliare altri 1.200 miliardi. Se il Congresso non approverà  queste ulteriori decurtazioni entro fine anno, scatteranno tagli alla spesa automatici. Il pacchetto fissa un importante precedente: l’aumento del tetto del debito deve essere «compensato» in misura proporzionale da tagli alla spesa. Secondo il senatore Rob Portman, ex direttore dell’ufficio Bilancio della Casa Bianca, tagliando un dollaro di spesa per ogni dollaro che va a innalzare il tetto del debito, in 10 anni il bilancio federale potrà  tornare in pareggio. E senza aumentare le tasse. Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli. Secondo alcune stime preoccupanti, l’accordo potrebbe imporre tagli sproporzionati alla spesa per la difesa. I conservatori dovrebbero garantire che, nella sua versione definitiva, questo settore non sia troppo penalizzato. E assicurarsi che tutti i costi siano coperti. In quel caso i Tea Party avranno vinto. Per rendersi conto della portata della loro vittoria bisogna ricordare che, subito dopo essersi insediato alla Casa Bianca, Barack Obama ha speso a piene mani. Il presidente ha firmato un provvedimento per stimolare la ripresa economica da 821 miliardi di dollari: una cifra senza precedenti. Il suo primo bilancio ha fatto salire la spesa federale al 27%del Pil, il livello più alto dopo la II guerra mondiale. E ha imposto al Congresso l’ «Obamacare» , una storica riforma che farà  lievitare la spesa di 1.400 miliardi nei prossimi dieci anni. I democratici hanno detto di aver approvato un «secondo piano di stimolo» . E 5 mesi fa Obama ha presentato al Congresso un bilancio che avrebbe triplicato il debito pubblico. Oggi nessuno intende triplicare il debito pubblico o approvare un «secondo piano di stimolo» . Il Congresso sta per tagliare la spesa di circa 2 mila miliardi di dollari, secondo una strategia che in un decennio dovrebbe portare al pareggio di bilancio. Lo scorso sabato sera Harry Reid, il leader dei democratici al Senato, si è lamentato perché dal 1962 a oggi il Congresso ha alzato il tetto del debito 74 volte senza problemi. Reid ha ragione. È la prima volta che vengono poste tutte queste condizioni, e il merito è dei Tea Party. Appena una settimana fa il presidente Obama aveva chiesto al Congresso di introdurre un aumento delle tasse. Secondo Mitch McConnell, leader dei repubblicani al Senato, l’accordo non prevede un inasprimento fiscale. I Tea Party hanno sgombrato il campo da questa eventualità  e mantenuto una linea di fermezza, incassando un’altra grande vittoria. Stanno anche vincendo la battaglia delle idee. La scorsa settimana David Axelrod, lo stratega della campagna elettorale di Obama, ha dichiarato compiaciuto che la battaglia sul tetto del debito stava assumendo i contorni di uno «scontro decisivo» in cui il presidente difendeva le ragioni del centro mentre i repubblicani «assecondano gli estremisti» . Se Axelrod è così sicuro che Obama stia vincendo questo «scontro decisivo» , perché la Casa Bianca ha fatto di tutto per evitare una seconda tranche di tagli nel 2012? Gli appelli a un «approccio equilibrato» non sono serviti a conquistare gli indipendenti. Secondo l’ultimo sondaggio del Pew Research Center, per la prima volta dall’inizio del suo mandato la maggioranza degli indipendenti disapprova la linea Obama. Due mesi fa, quest’ultimo era in vantaggio di 11 punti sui repubblicani. La parte più difficile viene ora. Molti repubblicani che fanno capo ai Tea Party sono insoddisfatti, perché l’accordo non prevede un emendamento costituzionale che imponga il pareggio del bilancio federale. Ma dovrebbero riconoscere che i democratici hanno fatto enormi concessioni: 2 mila miliardi di tagli alla spesa. E nessun aumento delle tasse. È un nuovo precedente: l’innalzamento del tetto sul debito deve essere accompagnato da tagli alla spesa altrettanto consistenti. Senza contare la possibilità  di un bilancio in pareggio nel giro di dieci anni. Il fatto che gli esponenti dei Tea Party siano riusciti a fare tutto questo in appena sei mesi è a dir poco eccezionale. Gli «hobbit» hanno vinto. (traduzione di Enrico Del Sero)


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