I liberali cavalcano la tigre del populismo anti-Piigs

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 BERLINO.Dopo la pausa di repiro di martedì, la borsa di Francoforte è di nuovo crollata del 6,2%. L’indice Dax è sceso a 5549 punti. Nell’allarme generale i liberali della Fdp, al governo insieme ai democristiani, si accodano alla protesta contro l’intervento europeo a sostegno dei titoli di stato italiani e spagnoli.

La Fdp non può più impedire che la Banca centrale europea acquisti i Bpt, con l’assenso di Merkel, ma vuole alzare il prezzo, pretendendo di improntare gli statuti dell’Unione a una tedeschissima «cultura della stabilità ». Progetto impraticabile, ma forse utile come trovata propagandistica. La Fdp, che alle politiche del settembre 2009 aveva ottenuto un lusinghiero 15% promettendo mirabolanti (e irrealizzati) tagli delle tasse, è precipitata nei sondaggi al 3%: di qui la tentazione di risalire la china strizzando l’occhio al nazionalpopulismo di chi vorrebbe mandare al diavolo gli spendaccioni del Sudeuropa.
Cavalca la tigre il 38enne Philipp Rà¶sler, che a maggio ha rimpiazzato il ministro degli esteri Guido Westerwelle alla guida della Fdp. Come ministro dell’economia, è anche vicecancelliere. E mentre Angela Merkel tace nella sua ultima settimana di ferie, martedì Rà¶sler ha occupato la scena, con un piano per fare di Eurolandia una «Unione della stabilità ». Ieri lo ha riproposto.
Tre i punti della proposta. Ogni stato di Eurolandia dovrà  inserire una norma frenadebito nella sua costituzione, che lo vincoli, sul modello tedesco, al pareggio di bilancio. Dovrà  poi regolarmente sottoporre a test la propria competitività . Un nuovo «Consiglio di stabilità » vigilerà  sulle sue politiche economiche e di bilancio, con sanzioni automatiche per i peccatori.
La norma frenadebito è già  stata suggerita da Merkel all’Italia, come condizione per il sostegno della Bce, e Berlusconi e Tremonti hanno sciaguratamente promesso che ci lavoreranno. Se formulato rigidamente, l’obbligo di pareggiare il bilancio renderà  impossibile ogni politica economica anticiclica. Oppure sarà  privo di effetti, se come in Germania, consentirà  eccezioni nelle crisi.
Rà¶sler raddoppia col suo «Consiglio di stabilità », sul modello dell’organismo che in Germania controlla le regioni in deficit. Il Consiglio potrà  decidere sul pagamento dei fondi europei, immischiarsi nelle scelte economiche, decretare sanzioni per ritardi di «competitività ». Imporrebbe brache tedesche alla costruzione europea. Nato in Vietnam e adottato da una famiglia tedesca, Rà¶sler aggiunge così una nuova medaglia al suo curriculum di tedesco modello.
Il capogruppo parlamentare della Fdp, Rainer Brà¼derle gli fa da spalla. Contrario all’intervento della Bce, ha spiegato che l’Italia “potrà  farcela da sola”. E minaccia emendamenti in settembre, quando il Bundestag dovrà  ratificare l’aumento di funzioni per il Fondo Efsf: «Non è accettabile che il bilancio tedesco diventi un self service per altri paesi».


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