Il governo studia uno scudo bis quoziente familiare per l’Eurotassa

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ROMA – Ci sono i frondisti, c’è chi propone il quoziente familiare, chi l’aumento dell’Iva e chi una marcia su Roma contro le tasse. Il Pdl è nel caos sulla manovra che, in tempi rapidi, dovrebbe salvare il Paese (e l’euro) dalla speculazione. E nel giorno in cui il decreto da 45 miliardi viene incardinato a Palazzo Madama alla presenza di ben 11 senatori spuntano nuove ipotesi per modificare la finanziaria bis evitando Eurotassa e tagli agli enti locali: il Tfr direttamente in busta paga e un altro scudo fiscale. Tassare nuovamente chi ha aderito a quello del 2009 – come chiesto da Pd e Idv – nella maggioranza è giudicato impervio e al limite della legalità . Meglio far cassa con un condono nuovo di zecca.
Per tenere a bada gli scontenti i capigruppo del Pdl aprono all’ipotesi di migliorare la manovra, pur senza stravolgerla. Ma anche se la politica è in vacanza, i frondisti del Pdl si moltiplicano. Il compito di affrontarli Berlusconi lo ha affidato al segretario Angelino Alfano, che li incontrerà  all’inizio della prossima settimana in concomitanza con l’avvio dell’esame del testo in Senato. Intanto spuntano nuove ipotesi. La più clamorosa, stando a quanto riportato dall’Ansa, è la possibilità  di varare un nuovo scudo fiscale per far rientrare i capitali rimasti nascosti nel 2009. L’idea sarebbe quella di sfruttare la Tobin tax Ue lanciata l’altro ieri dal duo Merkel-Sarkozy in modo da aggirare l’anonimato degli scudati considerato un ostacolo per tassare di nuovo quanto condonato due anni fa. D’altra parte nel Pdl (Corsaro e Giorgetti) non fanno mistero delle «perplessità  sulla regolarità » di portare a termine la proposta partita da Pd e Idv. Il leghista Calderoli invita tutti a decidere «in maniera molto riservata». Dal canto suo il Pd attacca la prima idea di tassare solo dell’1-2% i capitali già  sanati (chiedeva il 15%): «Dovremmo chiedere al fiscalista Tremonti quanti suoi clienti hanno fatto lo scudo». Idem di Pietro, per il quale «Berlusconi ride e noi paghiamo, mentre a pagare dovrebbero essere gli evasori: il nuovo prelievo sui capitali rientrati è legittimo e fattibile».
Le novità  non finiscono qui. I cattolici della maggioranza vogliono il quoziente familiare (caro anche all’Udc). Il sottosegretario Giovanardi chiede di esentare chi ha tanti figli dal prelievo di solidarietà : «Se Tremonti non è convinto – attacca – gli regalo una copia della Costituzione». Il ministro Rotondi va dritto al quoziente familiare che «non può più essere ritardato». governo e maggioranza riflettono anche sulla possibilità  di inserire subito il Tfr in busta paga mese dopo mese, idea cara a Bossi per rilanciare i consumi. Commenta il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti (Pdl): «Prima vediamo la proposta, poi decidiamo».
Si sommano le proposte dei singoli parlamentari. Antonio Martino, tessera numero due di Forza Italia, dice che questa manovra «non serve a nulla» e che ci vogliono le riforme: se non cambia si dice pronto a fare il bis della marcia anti-fisco che si svolse a Torino 25 anni fa, stavolta a Roma. Marcello Pera, altro fondatore azzurro, annuncia che voterà  contro la manovra perché – afferma – contraddice i principi liberali del “meno tasse per tutti” e “mai le mani in tasca agli italiani”. Il sottosegretario Crosetto boccia l’Eurotassa (lo stesso Berlusconi a Ferragosto ha riconosciuto che può essere rivista) da sostituire aumentando l’Iva dell’1%. Idea cara al premier e sgradita a Tremonti, tanto che la Lega con Calderoli la stoppa: prima serve un taglio alle tasse. E se Stracquadanio chiede riforme, Calderisi vuole provvedimenti per la crescita. Sul piede di guerra anche Formigoni per il quale la manovra «si abbatte sugli enti locali e dà  una spolveratina ai ministeri». Guai però a tassare le attività  imprenditoriali della Chiesa. Parte della maggioranza e l’Udc chiedono l’intervento sulle pensioni caro a Confindustria e Ue. Contrario Bossi.


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