Il San Raffaele cambia statuto per non fallire
MILANO – Un nuovo statuto per la Fondazione San Raffaele. È un passaggio fondamentale che il consiglio di amministrazione dell’ente che governa l’ospedale fondato da don Luigi Verzè ha messo in cantiere da ieri. Il cambio è una delle condizioni di discontinuità col passato che la procura avrebbe chiesto per evitare la strada del fallimento. «Verranno garantite per il futuro la continuità dello spirito e della missione con le quali il San Raffaele è stato fondato basandosi su regole nuove e su una gestione efficiente, assicurando la necessaria discontinuità dal passato e dagli errori commessi», ha dichiarato Don Verzè in un comunicato. Ma è chiaro che il cambio di statuto ha come obiettivo l’allontanamento dello stesso Don Verzè in quanto mira a sovvertire il modo con cui oggi vengono eletti i consiglieri. Le nomine, infatti, spettano all’Associazione San Raffaele, l’ente su cui regnano Don Verzè e suoi i “Sigilli”, persone che hanno scelto di dedicare la vita allo sviluppo del San Raffaele. L’ipotesi allo studio prevede che l’elezione dei consiglieri della Fondazione (tra i quali oggi siedono i rappresentanti del Vaticano) spetti al futuro socio di maggioranza del San Raffaele, qualora mai ce ne dovesse essere uno. Il mandato per revisionarlo è stato affidato al consigliere Giovanni Maria Flick.
Un primo segnale di discontinuità è avvenuto comunque con le dimissioni rassegnate ieri da Mario Valsecchi, il direttore finanziario dell’ospedale finito nel registro degli indagati, mentre presto dovrebbero uscire di scena anche gli altri dirigenti, tra cui Gianna Zoppei, il sovrintendente sanitario del San Raffaele.
La via del risanamento passerà attraverso una delle due soluzioni presentate un paio di giorni fa al procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. O si avvierà un concordato preventivo oppure si andrà in amministrazione straordinaria, secondo quanto previsto dalla Legge Marzano. La differenza sostanziale tra le due soluzioni consiste nel cappello sotto il quale verrà condotto il piano di risanamento: la prima prevede la supervisione del Tribunale, la seconda del ministero delle Attività produttive, quindi sotto l’ombrello della politica.
L’ospedale, oberato da un miliardo di debiti, avrà tempo fino al 15 settembre per scegliere una strada, dopo di che la procura ne chiederà il fallimento. Il programma del San Raffaele prevede per la fine del mese di agosto la conclusione dell’iter di ricognizione delle grandezze economiche, affidato alla Deloitte. Numeri alla mano, si sceglierà la via migliore. Elemento comune di tutte le alternative considerate è la centralità della struttura clinica e di ricerca ed è stata ribadita dal consiglio anche la messa in sicurezza nel medio termine degli stipendi e delle forniture necessarie all’attività clinica.
Bisogna «passare dalle parole ai fatti» e fare in modo che «paghi chi ha sbagliato, non i lavoratori», ha commentato Daniela Rottoli, vice coordinatrice della Rappresentanza sindacale della società . Le nostre richieste restano le stesse, continua la vice coordinatrice della Rsu: «Continuità contrattuali, garanzia su stipendi e livelli occupazionali, magari con le nuove assunzioni a cui fa riferimento in un’intervista il superconsulente, Renato Botti».
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