Indignados via, largo ai papa-boys

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 Dagli indignados ai papaboys: sgomberati i manifestanti da Puerta del Sol per fare posto ai fans di papa Ratzinger, Madrid si prepara ad ospitare migliaia di giovani e giovanissimi che invaderanno la capitale spagnola in occasione della Giornata mondiale della gioventù, kermesse cattolica inventata da papa Wojtyla 25 anni fa, in programma dal 16 al 21 agosto. Gli iscritti sono 430mila, ma l’opusdeista Yago de la Cierva, direttore esecutivo della Gmg, prevede che ne arriveranno 1 milione – accompagnati da 50 cardinali, mille vescovi e 15mila preti -, soprattutto dal 18 al 21, quando a Madrid sbarcherà  anche il papa.

Il gruppo più numeroso sarà  quello italiano, con 90mila iscritti. Fra i movimenti, alfieri della «nuova evangelizzazione» predicata da Wojtyla e proseguita da Ratzinger, la parte del leone la faranno i neocatecumenali: 80mila già  registrati, ma con gli spagnoli che si aggiungeranno – il movimento è nato proprio in Spagna a metà  anni ’60 – il loro numero potrebbe raddoppiare. A seguire i giovani del Rinnovamento nello spirito, i focolarini e, immancabile, Comunione e liberazione. Ci sarà  anche una pattuglia di soldati italiani accompagnati dai cappellani militari in veste talare con i gradi.
«Non è un concerto rock, non sarà  un’esperienza di massa ma spirituale», si affanna a ripetere il cardinale segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone, anche se tutti sanno che non è così. Lo sanno i papaboys che acclamano il papa come una star – c’è anche un concorso su facebook grazie al quale i 5 vincitori potranno camminare vicino a Ratzinger in mondovisione quando la sera del 18 agosto entrerà  a Madrid attraverso Puerta de Alcalà  – e partecipano alla Gmg perché «è un grande evento». Lo sanno in Vaticano che le Giornate della gioventù sono momenti per riempire le piazze di giovani che applaudono il papa ma non seguono le prescrizioni dottrinali della chiesa – a partire da quelle di morale sessuale – e per mostrare al mondo la potenza mediatica ed organizzativa della chiesa. E lo sa il cardinale di Madrid, Rouco Varela, grande organizzatore dei familiy day contro le politiche laiche di Zapatero, che potrà  dare l’ennesima prova di forza, stavolta in vista delle elezioni del prossimo novembre, con i socialisti già  in agonia. Un’ostentazione contro cui si sono schierate Redes cristianas (una rete di 150 gruppi cattolici di base di tutta la Spagna) e Iglesia de base de Madrid con il documento «Asà­ no queremos que vengas» (Così non vogliamo che vieni), reso noto in Italia dall’agenzia di informazioni Adista: «Ci opponiamo alla visita del papa perché è in totale contraddizione con il modo di agire di Gesù e con il suo rifiuto della tentazione diabolica del potere», dicono i cattolici di base spagnoli, secondo i quali la Gmg è solo «un evento di massa trionfalistico» che «non metterà  in discussione la situazione di privilegio della chiesa cattolica nel nostro paese» e anzi «rafforzerà  il potere del Vaticano».
Sarà  un evento dai costi esorbitanti e dalle grandi ricadute economiche. L’iniziativa costerà  65 milioni di euro, forse di più. Il governo spagnolo – a parte le cospicue spese per la pulizia e l’ordine pubblico per cui saranno mobilitati oltre 10mila agenti – direttamente non sborserà  un centesimo ma ha concesso una detrazione d’imposta dell’80% a tutti gli sponsor della Gmg, fra cui Coca-Cola e Banco di Santander da cui proviene il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, rinunciando così ad un bel po’ di entrate fiscali, nonostante la crisi. «L’alleanza tra la chiesa e le società  che sponsorizzano l’evento è molto grave perché sono le stesse che hanno causato la crisi», dicono i leader del Foro curas di Madrid, organismo che riunisce 120 preti delle parrocchie delle zone povere della città . Pagheranno gli sponsor quindi, e i partecipanti: 210 euro per 6 giorni compreso vitto e alloggio in una parrocchia o in una delle 800 scuole o palestre messe gratuitamente a disposizione dallo Stato, 30 euro per chi si fermerà  solo gli ultimi 2, senza pasti né sistemazione per la notte. Poi ci saranno le entrate della vendita dei gadget, tutti rigorosamente griffati Gmg: 2 euro per un rosario, 20 euro per un profumo, 25 per una felpa. E in Italia c’è anche chi, il gruppo bancario Ubi, in accordo con il comitato organizzatore e con la benedizione papale, si è inventato la carta di credito del papa-boy, pubblicizzatissima sulle pagine di Avvenire: marchio MasterCard affiancato dal logo della Giornata della gioventù.
Qualche bastone fra le ruote lo metteranno i lavoratori dei trasporti pubblici spagnoli che difendono i loro salari: il sindacato Ugt ha proclamato scioperi della metropolitana fra il 18 e il 21 agosto e lo stesso potrebbe fare il personale di terra degli aeroporti. Gli indignados e i movimenti gay annunciano iniziative di protesta a sorpresa e un centinaio di associazioni atee, laiche e di cattolici critici e del dissenso ha convocato una manifestazione, il 17, per denunciare «la visita del papa pagata con i soldi di tutti» all’insegna dello slogan: «Non un centesimo delle mie tasse per il papa».


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