La Lega: obiettivi centrati Scatta il piano salva-Province

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MILANO — La tradizione e l’opinione corrente attribuiscono il più classico dei gesti scaramantici — il fare le corna — a Napoli e alla Campania. Eppure, ieri, il gesto nelle sue molteplici variabili locali era ripetutissimo proprio in Padania. Per tutta la giornata non è stato possibile parlare con un solo dirigente leghista che non debuttasse con un trepidante «facciamo le corna».
Dal punto di vista del Carroccio, infatti, le cose non si sono messe poi male. Le pensioni non si dovevano toccare? E le pensioni, a quanto sembra e a quanto hanno dichiarato diversi esponenti pdl, a partire dal segretario Angelino Alfano, non si toccheranno. O almeno, non quelle di anzianità , recentemente assurte a nuovo simbolo nordista («Solo in Padania ci sono persone con oltre 40 anni di contributi che non hanno ancora compiuto i sessant’anni»).
I Comuni dovevano vedersi mitigati i tagli della manovra? E i tagli con ogni probabilità  saranno, se non cancellati, ridotti. Certo, resta da capire come sarà  finanziata quella che i padani chiamano «la riduzione del danno». Ma, appunto, nel movimento sull’argomento circola ottimismo: e il reperimento delle risorse necessarie è derubricato a «dettaglio».
E ancora: i comunelli dovevano essere salvati dall’accorpamento? A sentire Paolo Bonaiuti, così sarà . Almeno per il momento. Spiega un dirigente leghista che «la manovra sarà  accompagnata da una riforma vera di tutti i livelli di governo al di sotto della Regione, a cui le Regioni stesse saranno chiamate a dare il loro contributo». E peraltro, aggiunge la fonte in camicia verde, l’accorpamento dei Comuni così come era fatto non portava a veri risparmi e coinvolgeva un sacco di realtà  dove l’accorpamento delle funzioni era già  stato avviato».
Quanto alla cancellazione di alcune decine di Province, anche lì, c’è tempo: la questione sarà  prossimamente demandata «a un ddl più ampio relativo all’architettura costituzionale che prevede anche il dimezzamento dei parlamentari». Parola, ancora una volta, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Nella Lega, sull’argomento, è in gran voga quello che viene chiamato il «modello delle Regioni a statuto speciale». Significa che «saranno le Regioni stesse a stabilire al loro interno quali Province preservare e con quali funzioni. E i risparmi, più di prospettiva che presenti, resteranno alla Regioni». Sempre, ovviamente, che il modello decolli.
Insomma, rispetto ai terrori della vigilia («La manovra bis sembra fatta apposta per tagliarci la faccia di fronte ai nostri elettori», brontolavano alcuni leghisti di primo piano qualche sera fa ad Alzano Lombardo) la situazione, almeno per la Lega, sembra assai migliorata.
Eppure, la maggior parte dei capi padani, a menzionare l’argomento mettono una mano dietro la schiena, oppure in tasca. Perché il passaggio di oggi, al di là  dell’ottimismo esibito, resta assai temuto: il faccia a faccia ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi che dovrebbe «chiudere» la manovra, potrebbe riservare qualche sorpresa. L’ascendente del capo del governo, non soltanto sul leader leghista, è cosa ben nota. All’incontro, inoltre, parteciperà  anche Giulio Tremonti. Che difficilmente apprezzerebbe stravolgimenti eccessivi dell’impianto della manovra, anche a prescindere dal mantra sui «saldi invariati» che nessuno in questi giorni si esime dal ripetere.
I più ottimisti lanciano il cuore oltre l’ostacolo: «Se si trova la quadra sulla manovra, e si troverà , sarà  lo stesso rapporto tra Lega e Pdl a essere rafforzato e rilanciato». Ma c’è anche chi la vede meno rosea: «Subito dopo la manovra, il 5 settembre, arriverà  in aula il caso Milanese. E, poco dopo, sarà  la volta della delega al governo su previdenza e assistenza». Un tema incendiario, capace di incidere nella carne viva della popolazione e che pertanto si presta a ogni genere di demagogia e strumentalizzazione: si parla, per esempio, del taglio delle pensioni di invalidità  e di quelle di reversibilità . Difficile che l’argomento non rimetta sotto stress i rapporti tra gli alleati.


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