La morte del guru Cardella porno editore e padre di Saman fuggì dopo il delitto Rostagno

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L’avevano ancora visto a Trapani. Andava e veniva. Spariva ma poi tornava sempre. E ogni volta cambiava la sua esistenza. Era molto più vecchio, però il fisico era quello: asciutto, la carnagione scura, gli occhi ipnotici. L’avevano visto a Trapani qualche mese fa e tutti sapevano che prima o poi sarebbe riapparso per trovare rifugio nel suo baglio di Lenzi, in mezzo a una campagna araba sotto la roccia di Erice. Ma lui se n’è andato nel giorno del suo settantunesimo compleanno. Quello che all’anagrafe era registrato come Francesco Giuseppe Alberto Cardella, nato il 7 agosto 1940, di professione santone, porno editore, giornalista, business man, ristoratore, fondatore di Saman, è morto all’improvviso d’infarto nella sua ultima residenza conosciuta: Managua, capitale del Nicaragua. Si era riparato laggiù alla fine di una vita spericolata.
L’avventura di “Cicci” – così lo chiamavano in famiglia, il padre Leonardo unico atleta siciliano selezionato per le Olimpiadi del ‘36 a Berlino, la madre Lidia un “buon partito” di Trapani – è finita lontano dalla sua Sicilia dove gli ultimi suoi anni sono stati i più tormentati. Sospettato e scagionato per il delitto di Mauro Rostagno, latitante per una truffa e poi prosciolto, amato e odiato, “Cicci” aveva ricominciato tutto a sessant’anni dall’altra parte del mondo. Era così. Cambiava sempre. Da quando aveva lasciato Trapani per Palermo. Poi Roma, poi ancora Palermo e il primo lavoro al quotidiano del pomeriggio – Telestar – che era finanziato dal re degli appalti, il conte Arturo Cassina.
È il 1963, la prima guerra di mafia. Da Palermo a Milano, dove vivrà  per molto tempo. Francesco Cardella non ha ancora 30 anni. Nella sua bella casa dietro piazza Cordusio invita intellettuali e siriani dall’oscuro passato, pittori, leader dei movimenti studenteschi. Amico di Margherita Boniver, dell’editrice di Playboy Adelina Tattilo, del direttore di “Re Nudo” Andrea Valcarenghi, di un giovanissimo avvocato Domenico Contestabile. Diventa anche ricco. Da giornalista a editore. Prima pubblica una rivista di porno soft, poi con quegli amici socialisti che da lì a qualche anno porteranno Bettino Craxi alla segreteria del partito, manda in edicola “Ora” – (il lancio pubblicitario era: «Ora, il giornale che non si legge ma si divora») – che gli procura il primo guaio giudiziario. Cardella passa tre notti a San Vittore per “pubblicazione oscena”: il suo giornale fa uno scoop sui gusti sessuali dell’allora presidente del Consiglio Emilio Colombo e del ministro Mariano Rumor. Poi è editore di “Abc”. Ma l’hard tira di più e lui, fra il 1973 e il 1974, s’inventa 24 riviste “a busta chiusa” dove i lettori trovano come gadget una miracolosa polverina – il pirampepe – «che se spalmata sul glande garantisce erezioni perenni».
Gira con autista su una Rolls Royce bianca, è circondato da donne bellissime. E sposa Raffaella Savinelli, la figlia dell’industriale delle pipe. Lui viaggia per il mondo e intanto Raffaella finisce nel gorgo dell’eroina. Investigatori privati la ritrovano in India. Il marito se la va a riprendere a Poona, dove c’è l’Ashram, la comunità  degli arancioni di Bagwan Rajneesh. È lì che “Cicci” incontra Mauro Rostagno, il sociologo amico di Renato Curcio, l’ex leader di Lotta Continua che in India si fa chiamare “Sanatano”. Francesco Cardella a Poona si veste di arancione anche lui. Quando poi Bagwan Rajneesh si va a godere la vita nell’Oregon, il ragazzo partito da Trapani torna a Trapani. E fonda una comunità  a Lenzi, proprio dove era nato. La chiama Saman. E continua a frequentare gli amici di Milano. Uno soprattutto: Bettino Craxi. Intanto Saman è diventata una comunità  per il recupero dei tossicodipendenti, “Cicci” chiama Mauro Rostagno a Lenzi per averlo al suo fianco.
Per qualche anno Saman è un’isola felice. All’improvviso, il 26 settembre 1988, Mauro viene ucciso a fucilate. Un’indagine frettolosa punta all’interno della comunità , poi vira bruscamente verso la mafia. Anche Cardella finisce fra i sospetti. Prima viene indagato e fugge in Nicaragua. A Managua fa tanti soldi, nella sua villa tiene al guinzaglio un cucciolo di giaguaro. Quando cerca di varcare la frontiera con l’Honduras ha in tasca un passaporto intestato a Francesco Josè Palumbo Ramirez, commerciante. Poi sparisce un’altra volta. Lo avvistano in Venezuela, apre un ristorante a Miami, ricompare come uomo d’affari a Lugano. È già  fuori dall’inchiesta sul delitto Rostagno. E torna a Trapani. Va e viene.


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