LA SOLITUDINE DELLA BCE E GLI AIUTI A ITALIA E SPAGNA

by Sergio Segio | 24 Agosto 2011 5:29

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L’estensione del Securities Markets Program della Banca Centrale Europea ai titoli di Italia e Spagna, è stata necessaria per evitare che i due paesi finissero con il perdere l’accesso ai mercati. La misura è supportata dai rinnovati impegni di Francia e Germania a salvaguardare la stabilità  dell’eurozona, nonché da quelli del G7 a favore del sistema finanziario statunitense, ma soprattutto dall’attacco frontale delle stesse Italia e Spagna a favore di misure finanziarie strutturali. Comunque l’acquisto dei titoli, anche se dovesse essere effettuato su larga scala, garantirà  solo un sollievo di breve termine. Visto che le scelte per arrivare ad un’integrazione fiscale fra i Paesi che stabilizzi il quadro dell’euro, si prospettano controverse e di lungo termine, lo scenario più probabile per i prossimi due anni vede una ristrutturazione del debito, potenzialmente anche dei maggiori paesi, con misure quali l’allungamento delle scadenze per il debito pubblico e l’attuazione di una serie di bail-in per le banche (conversione di asset dell’istituto, dalle obbligazioni subordinate a crediti e immobilizzazioni, in capitale ordinario per evitare un salvataggio statale, ndr). Ma tutto questo potrebbe non bastare ed essere seguito entro cinque anni, da selettive uscite dall’unione monetaria, con gli abbandoni di Grecia e Portogallo come più probabili.
L’acquisto di buoni italiani e spagnoli potrebbe ammontare a circa il 10% del Pil dei due Paesi, rispettivamente 155 e 106 miliardi di euro, una quota analoga a quanto si sta facendo per Irlanda e Portogallo, mentre nel caso greco si arriverà  al 20%. Una possibilità  alternativa potrebbe essere rifinanziare il flusso di titoli che scadono da qui a fine anno, circa 200 miliardi per l’Italia e altrettanti per la Spagna. In ogni caso, malgrado i fondamentali sia di Italia che di Spagna siano migliori che negli altri Paesi interessati e quindi le possibilità  di successo maggiori, l’efficacia di tutta l’operazione è minacciata fin dalla partenza dalla mancanza di consenso e appoggio unanime all’iniziativa della Bce. Un vero strumento di stabilizzazione, vista la carenza di crescita non solo nell’eurozona ma globalmente, sarebbe solo un vero “quantitative easing” da parte della Bce, e non con la riserva della sterilizzazione che impedisce alle risorse di entrare davvero nel circuito economico.

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