L’Europa: Roma e Madrid, non c’è bisogno di salvataggio

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BRUXELLES— Non è una reazione ufficiale, è piuttosto un prudentissimo segnale di fumo. Ma quel fumo, ha il suo peso: la decisione di anticipare il pareggio di bilancio dell’Italia al 2013 «accontenta» la Banca centrale europea, dicono fonti ufficiose, anche se è necessario «vedere ora i dettagli» . E in base a quei dettagli, cioè all’esecuzione concreta delle misure annunciate a Roma da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, la Bce deciderà  se acquistare o meno titoli di Stato italiani, cioè se alleviare direttamente il fardello del debito tricolore.
Roma e Francoforte sono in costante contatto, aggiungono le stesse fonti, come sempre la Bce «monitorerà  gli spread» (i differenziali di rendimento fra i titoli italiani e i loro omologhi tedeschi, ndr) e si muoverà  per parare eventuali «distorsioni» sui mercati. Giunti alla fine di un’ennesima giornata tempestosa, questi segnali sgombrano qualche nube. Ma gli orizzonti da tener d’occhio sono più d’uno. A cominciare da quello di Bruxelles, da cui ieri — mittente la Commissione europea — è partito un altro messaggio importante per Roma. In parte, è sembrato quasi fornire la trama alle decisioni italiane di poche ore dopo.
Eccolo, in sintesi: l’Italia, come la Spagna, non avrà  bisogno di alcun piano di salvataggio alla greca, perché marcia sulla via giusta per la riduzione del deficit, e perché gli ultimi allarmi «non sono giustificati dai fondamentali» ; ma deve accelerare le sue riforme strutturali, deve premere il più possibile sulla crescita; e per riuscirci senza ritardi, il suo governo deve lavorare con le parti sociali. Tutto questo ha detto Olli Rehn, il commissario Ue agli Affari economici e monetari. Lo ha detto da una capitale europea semideserta, dov’è rientrato troncando le vacanze estive appena iniziate nella sua Finlandia, e organizzando su due piedi una conferenza stampa: anche di questi segnali è fatta l’emergenza.
Quello che sta accadendo oggi nell’Eurozona, Rehn lo ha indicato quasi brutalmente: «Comincerò da una dichiarazione ovvia: i mercati non hanno reagito come noi ci aspettavamo o speravamo che facessero, per le misure concordate nel vertice dei capi di Stato e di governo del 21 luglio…» . Poi, due o tre paletti di rassicurazione: si sta facendo il possibile per concretizzare quelle misure già  nelle prossime settimane, sono infondate le nuove paure sulla Grecia, e la Bce «fa la sua parte» .
Ma il vero punto dolente è un altro: le capriole paurose degli spread. Dopo aver appunto rilevato che le tempeste dell’Eurozona «non sono giustificate dai fondamentali economici e di bilancio» (traduzione: le economie di riferimento sono sostanzialmente sane), Rehn ha fatto due passi più in là : «Non è giustificata l’agitazione sui mercati di questi ultimi giorni… Non lo è per l’Italia. Non lo è per la Spagna. Variazioni così drammatiche sui mercati sono incomprensibili. Non è che i fondamentali di Italia e Spagna abbiano cambiato così, nell’arco di una notte!» . Entrambi i Paesi, dice ancora il commissario Ue, «si sono impegnati in misure ambiziose per raggiungere il consolidamento dei bilanci e rimettere in pista le loro economie. Queste misure le stanno realizzando. È essenziale che sia così, che perseguano riforme strutturali finalizzate alla crescita. Ecco quello che conta, quello che andrebbe preso in considerazione» . E per Roma, in particolare, la ricetta di Bruxelles è se possibile ancor più dettagliata: «L’Italia ha adottato le misure necessarie ad avere un bilancio in pareggio entro il 2014 (come detto, Rehn parlava qualche ora prima della conferenza stampa di Palazzo Chigi, ndr). È ora di fondamentale importanza che queste misure siano energicamente realizzate. Il governo ha anche annunciato che farà  in modo di ridurre nei prossimi mesi gli alti bisogni finanziari. Questa è una decisione benvenuta» . Quanto al progetto di inserire nella Costituzione il principio del bilancio in pareggio, «la Commissione europea lo sostiene, così che l’impegno assunto nel quadro del Patto di Stabilità  e di crescita possa essere rispettato su base permanente» .


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